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Il monito di Alfano: il sostegno del Pdl a Mario Monti è condizionato dal programma di governo

Sostegno condizionato del Popolo della Libertà al nuovo governo Monti, questo è quanto indicato dal segretario Angelino Alfano ai microfoni di Lucia Annunziata e all’uscita dell’incontro con il presidente della Repubblica. Punti fondamentali, il programma di governo e il nuovo ministro della Giustizia.
A cura di Alessio Viscardi
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Il monito di Alfano sul governo Monti

Il nuovo segretario del Pdl, l'ex-ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervistato nel programma di Lucia Annunziata “In mezz'ora” su Raitre, non fa una retromarcia ma avverte che il sostegno del Popola della Libertà al nuovo Esecutivo guidato dal professor Mario Monti non è incondizionato. Anzi, la stessa fiducia in Parlamento dipenderà dai punti messi dal nuovo presidente del Consiglio nel programma di governo, che dovranno ricalcare fedelmente le direttive indicate dalla lettera della Bce all'Italia e non dovranno riguardare la modifica della legge elettorale. “Dopo le scene scalmanate e di tripudio che ho visto in piazza – afferma il segretario – se l'ufficio di Presidenza di ieri si fosse tenuto oggi si sarebbe ribaltato l'esito delle votazioni: a tanti è passato stamattina il piacere di partecipare al nuovo governo”.

Il Pdl dopo le consultazioni con il presidente Napolitano – Angelino Alfano

Sostegno condizionato al presidente Mario Monti sulla base di un programma di governo preciso con date precise e che non si occupi di legge elettorale, ma dei termini posti dalla lettera della Bce

Le dimissioni di Silvio Berlusconi hanno sconvolto il clima nel Pdl: “nel partito ci sono delle grandi opposizioni al governo tecnico Monti, sono anche giustificate”. Alfano, però, assicura che la posizione non cambia: sì condizionato al governo Monti: “vogliamo vedere prima il programma, la composizione e i tempi del mandato”. In caso di mancato accordo, il delfino di Silvio Berlusconi è perentorio: si torna al voto.

“Il senso delle dimissioni di Berlusconi è legato alla responsabilità sua, personale e istituzionale, per il bene del Paese” chiarisce l'ex-ministro: “Oggi abbiamo ancora la maggioranza al Senato mentre alla Camera non siamo mai stati battuti, abbiamo solo perso un po' di voti. Allora, bisogna sottolineare che non c'è una maggiorana alternativa e se ci fosse, sarebbe un ribaltone”. Per evitare un ribaltone sulla scia di quello di quelli del passato, è lasciar governare il partito che ha vinto le elezioni: il Pdl.

Indicazioni sul nuovo ministro della Giustizia, che dovrà essere di buon senso: “se non lo considerassimo di buon senso ed equilibrato non daremmo la fiducia al governo”. Inoltre, punto importante per l'esecutivo è la scadenza: “Immaginiamo di realizzazione tutto il programma e vogliamo al più presto restituire la parola al popolo sovrano. Il governo non è uno yogurt con data di scadenza. Valuteremo se accedere all'ipotesi del 2012: intanto il 2012 è fatto di 12 mesi… Non consideriamo un'ipotesi blindata che arrivi al 2013”.

Alle 18:00, Angelino Alfano ha reso noti i contenuti dell'incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sì al governo Monti, sulla cui composizione il Pdl richiede soltanto l'ingresso di tecnici estranei alle dinamiche politiche e che abbiano competenze strettamente collegate all'attuazione del programma che deve essere – ribadisce Alfano – quello previsto dalla lettera della Bce e parzialmente già indicato dalla risposta del governo a Bruxelles.

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