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Valditara: “Studenti devono umiliarsi per capire che l’ego ha limiti, devono accettare le sanzioni”

“Non ho mai detto che la scuola deve umiliare lo studente, ho usato il riflessivo, umiliarsi. Lo studente deve imparare a capire che l’ego ha dei limiti”: lo dice il ministro Valditara presentando le linee programmatiche del suo ministero.
A cura di Annalisa Girardi
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"I lavori socialmente utili non li ho inventati io: sono stati previsti nel nostro ordinamento, da un governo di centrosinistra e anche dallo Statuto degli studenti del 1998": a dirlo è il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, in audizione per esporre le linee programmatiche del suo dicastero di fronte alle commissioni Cultura di Camera e Senato, tornando sui lavori socialmente utili per i bulli o gli studenti che non rispettano le regole.

I lavori socialmente utili

"Se oggi non si applicano i lavori socialmente utili è perché spesso non ci sono le condizioni per poterli applicare. Bisogna trovare il contesto normativo per renderli funzionali e attuabili", ha aggiunto il ministro.

L'umiliazione per limitare l'ego

Che in audizione ha toccato anche altri temi che nelle ultime settimane sono finiti al centro delle cronache. Come quello dell'umiliazione come fattore di crescita: "Non ho mai detto che la scuola deve umiliare lo studente, ho usato il riflessivo, umiliarsi, parola che ha usato qualcuno molto più autorevolmente di me, Papa Francesco. Lo studente deve imparare a capire che l'ego ha dei limiti", ha detto ancora il ministro in audizione.

E ancora: "Lo studente deve imparare ad accettare la sanzione, su questo dobbiamo lavorare. Noi non dobbiamo abbandonare il ragazzo, noi dobbiamo seguirlo. La bocciatura non è adeguata perché significa perderlo, e invece dobbiamo assisterlo con lavori socialmente utili per riparare al danno commesso. Dobbiamo insegnare a porre dei limiti al proprio io".

No ai cellulari in classe

Valditara è tornato anche sulla questione dei cellulari in classe. "Non si tratta di bandire il cellulare dalla scuola, ma di instaurare in classe un clima sereno e di rispetto sia per l'insegnante sia per le capacità attenzionali dello studente. Se vado in classe a chattare con gli amici o a giocare, io non faccio una cosa buona, e così il cellulare rischia di essere contro l'interesse di chi lo usa", ha detto.

Per poi aggiungere: "Tra l'altro spesso si trasforma in strumento di bullismo e noi dobbiamo evitare queste derive". E ricordare che "c'è una circolare Fioroni del 2007 che vieta i cellulari tout court".

Il merito a scuola

Quindi il ministro ha affrontato la questione del merito, che ha provocato discussioni sin dall'insediamento del governo e la modifica alla denominazione del ministero. "Per merito io intendo la valorizzazione dei talenti. La centralità della persona a scuola è fondamentale. quindi valorizzare i talenti, tirare fuori le abilità di ciascuno e consentire a ogni ragazzo di potersi realizzare nella vita".

E ancora: "Ci sono dati impressionanti secondo i quali l'ascensore sociale ha funzionato benissimo dagli anni Cinquanta fino al '75. Dopo ha smesso di funzionare. Oggi siamo ritornati indietro di 22 anni e ci ritroviamo alla stessa posizione del 2000. Allora è evidente che è questa la scuola classista, quella attuale: quella che non favorisce il fatto che un ragazzo di una famiglia di modeste condizioni sociali possa ascendere e avere successo".

Infine il ministro ha risposto a una domanda sulle carriere alias: "È un tema delicato, ci stiamo riflettendo. Ovviamente non si possono improvvisare risposte".

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