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Il ministro Urso sulla legge Ue sul ripristino della natura: “È follia, vogliono farci produrre meno”

Il ministro del Made in Italy si scaglia contro la legge sul ripristino della natura del Parlamento europeo: “È una follia – ha detto Urso – perché dice agli agricoltori di produrre di meno”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Per il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, è solo l'esempio dell'ennesimo provvedimento ideologico varato a Bruxelles. La destra italiana, ormai da anni, attacca frontalmente tutte le politiche green portate avanti dall'Unione europea. Dalla ristrutturazione degli edifici alla transizione ecologica che porti l'Ue a eliminare i motori endotermici. Non c'è grande fiducia – per usare un eufemismo – e se da parte di Forza Italia le critiche sono più velate, visto che comunque sostiene l'esecutivo di Bruxelles, da Fratelli d'Italia e Lega piovono accuse quotidiane. L'ultima è contro la legge sul ripristino della natura, che recentemente ha spaccato a metà l'emiciclo europeo ed è stata approvata sul filo di lana.

"È una follia perché dice agli agricoltori di produrre di meno – ha detto Urso ad Agorà estate su Rai 3 – in un momento in cui la Russia ci ha detto che blocca l'export di grano, che diventa così parte della guerra ibrida scatenata contro di noi". Insomma, secondo il ministro del Made in Italy, quello europeo è un clamoroso autogol: "È un provvedimento ideologico, frutto di una visione superata, perché cozza con la realtà, che ci dice che dobbiamo produrre più grano non meno". Si tratta di una legge che serve a ripristinare almeno il 20% delle aree marine e terrestri dell'Unione europea.

"La produzione agricola è fondamentale, come la farmaceutica è un elemento di sicurezza nazionale", ha aggiunto ancora Urso. Poi ha attaccato la Banca centrale europea: "Da quando abbiamo imposto all'Europa il tetto al prezzo del gas il prezzo è precipitato – ha ricordato Urso – Ma se anche la Bce ci ascolta un tantino di più, forse riusciremo non soltanto a ridurre l'inflazione ma anche a evitare che nasca la recessione, che in Germania già è presente". Ma ha rassicurato: "Non da noi, che siamo il Paese che cresce di più in Europa".

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