Il ministro Urso fa cambiare nome a un’altra macchina: “Xiaomi non chiamerà una sua auto Modena”
Dopo il caso dell'Alfa Romeo Milano, il ministero del Made in Italy colpisce ancora e fa cambiare nome a un'altra macchina. A finire nel mirino, questa volta, è la casa automobilistica cinese Xiaomi: alcuni mesi fa aveva presentato a Pechino un nuovo modello, a cui aveva dato il nome di "Modena", ma ora Adolfo Urso assicura che le vettura non verrà promossa con questo nome e che l'azienda ha garantito di voler rispettare le norme italiane sulle indicazioni fallaci. L'auto, infatti, viene interamente prodotta in Cina e la denominazione in riferimento alla cittadina emiliano-romagnola non rispetterebbe il regolamento sulle indicazioni geografiche.
"Non saranno promosse campagne di comunicazione e di marketing che possano indurre i consumatori in errore. Il Mimit ha fatto presente all'azienda quale sia la normativa vigente a tutela dei consumatori e dei produttori nazionali", si legge in una nota.
Il ministro Urso ha poi chiamato personalmente il sindaco di Modena per fargli presente tutta l'attenzione del governo sul caso: "Ho avuto una conversazione telefonica con il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, al quale ho assicurato il massimo sostegno del ministero per la tutela della denominazione "Modena" (utilizzata per una vettura interamente prodotta in Cina) anche in base alla normativa vigente a contrasto delle indicazioni fallaci, ovvero dell'uso di simboli o denominazioni italiane in prodotti realizzati in altri Paesi", ha scritto l'esponente di Fratelli d'Italia sui social.
Per poi precisare: "Ho inoltre illustrato al sindaco quanto introdotto dal nuovo regolamento europeo sulle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali, che può consentire una maggiore tutela delle produzioni legate al modello della Motor Valley, orgoglio dell'auto Made in Italy". Infine, concludendo, Urso ha assicurato che il suo ministero continuerà a fare tutto il possibile per tutelare il riconoscimento dell'indicazione geografica italiana: "A tal fine, gli uffici del Ministero delle Imprese e del Made in Italy hanno già effettuato una prima ricognizione su oltre duecento luoghi in Italia tipici per le loro produzioni, che possono rivendicare il riconoscimento di "indicazione geografica" previsto nel nuovo regolamento a tutela dei consumatori e dei produttori UE!.