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Guerra in Ucraina

Il ministro Tajani dice che usando le armi Nato in Russia si rischia la terza guerra mondiale

Il ministro degli Esteri ha ribadito che l’Italia non autorizzerà a usare le sue armi fuori dal territorio ucraino: “I rischi di una terza guerra mondiale possono aumentare se ci sono scelte velleitarie”. Intanto il governo prepara un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina, che potrebbe non essere del tutto secretato.
A cura di Luca Pons
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"I rischi di una terza guerra mondiale possono aumentare se ci sono scelte velleitarie, basta un piccolo errore per provocare conseguenze nefaste. Questo deve essere chiaro". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto oggi a Rapallo a un evento di Confindustria. Tajani si riferiva all'ipotesi di utilizzare le armi dei Paesi Nato anche sul territorio russo: un argomento controverso, sollevato dal segretario generale della Nato Stoltenberg e che poi ha raccolto l'appoggio di diversi Paesi, tra cui la Germania e gli Stati Uniti, anche se con precise limitazioni.

Gli Usa hanno autorizzato l'uso delle loro armi a corto raggio per colpire l'area vicino a Kharkiv da cui vengono lanciati dei droni. A sua volta, la Germania ha dato l'ok per l'uso delle armi contro attacchi che arrivano da immediatamente oltre il confine. Tajani ha distinto tra le due posizioni: "Le scelte e le dichiarazioni" del cancelliere tedesco Scholz "non sono le nostre", ha affermato, mentre gli Stati Uniti "non hanno autorizzato l'uso indiscriminato delle loro armi contro la Russia, ma solo per colpire una base da dove partono i droni. Anche loro sono molto prudenti".

In ogni caso, ha detto il ministro, la posizione dell'Italia non cambia: "Siamo un Paese che vuole perseguire l'obiettivo dell'indipendenza dell'Ucraina e di evitare l'escalation. Non siamo tentennanti nei confronti della Russia e nella difesa dell'Ucraina. Ma non siamo guerrafondai e non autorizziamo l'uso di armi italiane fuori dai confini dell'Ucraina. È un momento molto delicato, non dobbiamo compiere passi falsi, dobbiamo impedire un escalation, evitare passi e dichiarazioni avventate".

Questo non mette in discussione il sostegno a Kiev: "Non abbiamo mai manco fatto mancare il nostro aiuto all'Ucraina, dal punto di vista economico, militare, mandiamo tutto ciò che possiamo. Siamo fermi a difendere l'Ucraina, ma lo siamo anche nel difendere la pace". Il ministro ha anche annunciato che tra poche settimane arriverà un altro pacchetto di aiuti, anche se "non manderemo neanche un soldato italiano a combattere in Ucraina perché non siamo in guerra con la Russia".

Per quanto riguarda il nuovo pacchetto di aiuti militari "è questione di settimane, siamo al lavoro", ha affermato il vicepremier. Come avvenuto in passato, il contenuto del pacchetto sarà segreto per il pubblico e anche per la maggior parte dei parlamentari: "Come sempre viene informato il Copasir [il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ndr], quindi il Parlamento è informato".

Tajani ha anche aperto all'ipotesi di "togliere il segreto sulla fornitura di armi all'Ucraina", una decisione che romperebbe con la prassi iniziata dal governo Draghi e sempre proseguita dall'esecutivo Meloni: pochi giorni fa il ministro della Difesa Crosetto aveva fatto sapere che ci stava pensando. "Non c'è nessun problema", ha affermato Tajani, "ma poi bisognerà evitare speculazioni".

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