Il ministro Tajani dice che il governo vuole rendere strutturale il taglio del 7% al cuneo fiscale
Il governo ribadisce di voler rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, rinnovato nella scorsa legge di Bilancio e rafforzato con il decreto Lavoro in primavera, per alzare gli stipendi più bassi. "Dovremmo stabilizzare il taglio del 7% del cuneo fiscale e progressivamente detassare le tredicesime, gli straordinari, i premi di produzione, il lavoro festivo e domenicale", ha detto il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, conversando con i giornalisti a margine di un evento in provincia di Lucca. Del resto si avvicina la sessione di bilancio, che comincerà poco dopo la fine della pausa estiva, e il governo inizia a ragionare sulle misure economiche da varare. Tra queste c'è appunto un nuovo taglio del cuneo fiscale, anche se non è ancora chiaro quali saranno i margini entro cui lavorare, vista la precaria situazione economica.
Proprio il mese scorso, a luglio 2023, è scattato il nuovo taglio del cuneo fiscale, del 7% appunto per i redditi fino a 25mila euro e del 6% per quelli tra i 25mila e i 35mila euro. Prima questo era rispettivamente del 3% e del 2%. Il nuovo taglio ha comportato un aumento significativo delle buste paga di moltissimi lavoratori, ma ora la sfida è rendere strutturale questa misura per abbassare definitivamente le tasse sul lavoro.
Per il governo si tratterebbe anche di una formula con cui affrontare le opposizioni, che chiedono il salario minimo legale: una soluzione che non piace alla maggioranza, che vuole invece appunto puntare su un taglio strutturale della pressione fiscale. In un'intervista con il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa, qualche giorno fa Giorgia Meloni aveva detto che la sua agenda politica autunnale prevedeva tra le priorità proprio la questione salariale. "La mia linea è concentrare i fondi sui salari più bassi", aveva detto la presidente del Consiglio, anticipando un nuovo taglio del cuneo fiscale nella seconda Manovra del suo governo. Su questo, ha assicurato Meloni, tutti i partiti che fanno parte della maggioranza sarebbero d'accordo.