Il ministro Tajani dice che è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c’è
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Nel giorno in cui Israele ha preso le distanze dall'Italia sul caso dello spyware Paragon, sostenendo che il software potrebbe essere stato usato in modo improprio da Roma, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato nuove dichiarazioni che sembrano segnare una svolta nella posizione italiana sulla questione palestinese. Durante una conferenza ad Ashdod, in Israele, il vicepremier ha dichiarato che "al momento per noi è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c'è" e che il riconoscimento sarebbe un "segnale contro la pace".
Tajani annuncia stop ai fondi italiani per l'Unrwa
Tajani ha inoltre annunciato lo stop definitivo ai fondi italiani per l'Unrwa, l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, ribadendo accuse, mai provate, sul presunto coinvolgimento dell'organizzazione nella detenzione di ostaggi israeliani a Gaza. Un cambio di rotta rispetto a quanto deciso solo pochi mesi fa dalla Farnesina, che a maggio 2024 aveva invece riattivato i finanziamenti all'Unrwa dopo le verifiche di una commissione indipendente sulla neutralità dell'agenzia.
"Le Nazioni Unite per noi a Gaza sono rappresentate dal Pam, noi preferiamo questa organizzazione", ha detto Tajani, trovando il plauso delle autorità israeliane.
La decisione di interrompere la collaborazione con l'Unrwa è stata infatti accolta con entusiasmo dal ministro israeliano Gideon Sa'ar, che ha definito l'agenzia ONU "parte del problema" e ha lodato l'Italia per il progetto Food for Gaza, che affida gli aiuti umanitari esclusivamente al Programma Alimentare Mondiale (PAM), evitando ogni contatto con l'amministrazione locale.
"Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema", ha detto Sa'ar, secondo cui "chi vuole sostenere gli sforzi umanitari a Gaza dovrebbe investire risorse in organizzazioni alternative. Quindi ti ringrazio, ministro Tajani per la leadership mostrata da te e la premier Meloni col progetto Food for Gaza".
L'incontro tra Tajani e Sa'ar ha toccato anche il futuro della Striscia di Gaza, con Israele che spinge affinché la sua gestione venga affidata agli Stati Uniti, in linea con il piano sostenuto da Donald Trump di "ricollocare" la popolazione fuori dalla Striscia. L'Italia, invece, ribadisce il proprio sostegno alla soluzione dei due Stati, pur negando qualsiasi possibilità di riconoscere la Palestina in questa fase.
Gli aiuti umanitari
L'iniziativa Food for Gaza, che ha portato Tajani in Israele, ha visto la consegna di 15 camion carichi di aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese: tra i beni inviati ci sono taniche per l'acqua, coperte e materassi per affrontare l'inverno, oltre al piano per evacuare 14 bambini malati oncologici da Gaza verso ospedali italiani.
La visita del ministro si è conclusa con un incontro con il personale italiano dispiegato nelle missioni internazionali in Palestina, occasione in cui Tajani ha sottolineato il ruolo dell'Italia nella regione.
La scelta dell'Italia di allinearsi sempre più alle posizioni di Israele, allontanandosi da quelle dell'Unione Europea, potrebbe avere però forti ripercussioni nei futuri equilibri diplomatici.