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Caso Boccia-Sangiuliano

Il ministro Sangiuliano ha dato le dimissioni, l’annuncio dopo il caso Boccia

Gennaro Sangiuliano ha rassegnato le dimissioni: non sarà più il ministro della Cultura. Solo qualche giorno fa Meloni aveva preso posizione sul caso di Maria Rosaria Boccia, dicendo di aver avuto “garanzie” dal ministro, per poi essere apparentemente smentita dalla donna stessa che ha accusato Sangiuliano di essere ‘sotto ricatto’.
A cura di Luca Pons
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Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha rassegnato le dimissioni. Il "mio lavoro non può essere macchiato dal gossip. Dimissioni irrevocabili", si legge nella lettera inviata dal ministro alla premier Giorgia Meloni e di cui AdnKronos riporta alcuni stralci.

Negli ultimi giorni l'attenzione della politica nazionale si era concentrata sul ministro a causa della figura di Maria Rosaria Boccia: la donna negli ultimi giorni si era scontrata con il ministero, perché affermava di aver ricevuto una nomina e di aver collaborato strettamente con il ministro Sangiuliano – come apparentemente confermato anche da immagini e parti di documenti postate sui social. Da parte sua, invece, Sangiuliano aveva minimizzato il ruolo di Boccia.

Nel pomeriggio di martedì si era svolto un colloquio con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, durato oltre un'ora e mezza e conclusosi con il rifiuto della premier alla richiesta di dimissioni di Sangiuliano. Il giorno dopo, l'intervista di quindici minuti al Tg1 in cui il ministro raccontava la sua versione dei fatti, ammettendo di aver avuto una relazione con la donna.

Le dichiarazioni dell'ex direttore del Tg2, che ha assicurato di aver pagato tutto con la sua carta personale, sono state rapidamente smentite dalla donna, che alla Stampa ha raccontato di aver sempre accompagnato Sangiuliano in qualità di consigliera e a spese del MiC.

Non solo, l'imprenditrice ha affermato che il ministro sarebbe "sotto ricatto" e che lei invece, sarebbe in possesso di audio e video realizzati "per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta". Sempre secondo la versione di Boccia, Sangiuliano l'avrebbe così minacciata: "Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai".

Affermazioni quest'ultime che hanno spinto il ministro ad annunciare, tramite i suoi legali, che denuncerà la donna, verosimilmente per diffamazione. Nel frattempo, la Corte dei Conti del Lazio ha fatto sapere di star preparando un'istruttoria su Sangiuliano per verificare che il denaro del ministero sia stato impiegato in modo corretto.

Cosa sappiamo finora sul perché Sangiuliano si è dimesso

Lunedì sera era arrivata una ‘svolta' nel caso Boccia, almeno a livello politico, con la presa di posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la premier aveva detto di aver ricevuto da Sangiuliano la "garanzia" che Boccia non aveva avuto "accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7", e tanto più che "neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici" era stato "speso per questa persona".

Pochi minuti dopo, però, era arrivata una smentita dalla diretta interessata. Contestando le parole della presidente del Consiglio, Boccia aveva condiviso sui social l'immagine (in parte censurata) di alcuni documenti riservati apparentemente relativi proprio al G7 della Cultura, che si svolgerà a Napoli dal 19 al 21 settembre.

La smentita, a cui sono seguite ulteriori dichiarazioni e altrettante contro-smentite, aveva poi contribuito a far sollevare le proteste dell'opposizione: dure critiche erano da Pd, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, e anche Azione e Italia viva, che aveva lanciato una petizione per chiedere le dimissioni del ministro. "Non possiamo permetterci teatrini, gossip social, mezze dichiarazioni e lettere alla stampa", aveva scritto Giuseppe Conte sui social. "Meloni si assuma la responsabilità di sostituire Sangiuliano", aveva aggiunto De Cristofaro (Avs). Matteo Renzi aveva attaccato: "Che aspetta a dimettersi Gennaro Sangiuliano?". Il momento delle dimissioni è arrivato più in fretta di quanto molti avrebbero previsto.

Infine, l'esposto depositato presso la Procura di Roma da Angelo Bonelli. Il deputato di Avs ha contestato al ministro il reato di peculato e di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e ora il caso rischia di finire in Tribunale. Se la Procura dovesse ricevere l'autorizzazione dalla Camera o dal Senato (condizione necessaria per i reati ministeriali), Sangiuliano non sarebbe il solo chiamato a rispondere. Anche Boccia infatti, potrebbe essere indagata per peculato, laddove si accertasse che la donna era consapevole di aver usufruito di soldi e beni pubblici.

Cosa succede dopo le dimissioni di un ministro

Ora che Sangiuliano ha rassegnato le dimissioni, toccherà a Giorgia Meloni decidere quale strada seguire. Più precisamente: di solito in casi simili la delega del ministro uscente (in questo caso la Cultura) viene assegnata ‘ad interim', cioè temporaneamente, a una persona scelta dalla presidente del Consiglio. Questo fa sì che non ci sia un vuoto all'apice del ministero, che deve gestire ogni giorno moltissime operazioni e non può restare senza una figura responsabile di vertice.

Ma questa situazione non potrà durare a lungo: presto Meloni dovrà individuare un altra persona che ricopra l'incarico di ministro della Cultura. A quel punto, la premier presenterà il nome al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è l'unico a cui la Costituzione dà il potere di nominare un nuovo ministro.

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