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Il ministro Piantedosi non dice quanti migranti potrà rimpatriare il governo Meloni

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto a Fanpage.it sulla politica di rimpatri del governo Meloni. Presentando il nuovo decreto Migranti, il ministro ha detto che non è possibile dire quanti rimpatri si vogliano ottenere, nonostante l’allargamento della rete dei Cpr.
A cura di Luca Pons
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La nuova linea del governo Meloni sull'immigrazione è che bisogna puntare sui rimpatri e le espulsioni. L'obiettivo da raggiungere però, non è chiaro, o meglio, il governo non intende darsene uno. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi lo ha detto rispondendo a una domanda di Fanpage.it durante la conferenza stampa di presentazione dell'ultimo decreto Migranti, approvato oggi dal Consiglio dei ministri.

Interrogato su quanti rimpatri al mese abbia intenzione di ottenere il governo, il ministro ha detto che non è possibile dare una cifra: "Non si può individuare un numero, che chiaramente ha una variabilità, anche a seconda della disponibilità di accesso e di condizioni di regolarità sul territorio nazionale". Quello di Piantedosi potrebbe anche essere il tentativo di evitare quanto fatto da Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno: allora il leader della Lega fissò l'obiettivo irraggiungibile di 500mila rimpatri.

Le espulsioni però sono diventate un punto fisso negli interventi del governo sul tema. La priorità dell'esecutivo italiano è da una parte fare accordi con i Paesi africani perché ci pensino loro a bloccare le partenze, e dall'altra fare il possibile perché chi arriva in Italia, se non ha il diritto d'asilo, sia rimpatriato rapidamente. Tuttavia, nonostante gli ultimi decreti abbiano molto insistito sull'allargamento della rete dei Cpr (Centri per la permanenza e il rimpatrio), il ministro dell'Interno non ha in mente un obiettivo preciso.

"Finora quest’anno, a normative invariate, registriamo un 20/30% in più di espulsioni rispetto all’anno scorso", ha continuato il ministro dell'Interno. Un dato che, tenendo conto che gli arrivi di persone migranti finora sono stati circa il 90% in più del 2022 (secondo numeri del ministero di Piantedosi), non è esattamente un successo, anche se non è la prima volta che il ministro rivendica un risultato non positivo in tema di espulsioni. In ogni caso, non si può individuare un numero di rimpatri che si vuole ottenere. Ma resta "fondamentale l'estensione della rete dei Cpr".

Per rinforzare questo punto, Piantedosi ha elencato dei dati: "Le persone che passano nei Cpr al 52% si riescono a rimpatriare, fuori il dato è il 2%. Il 70% delle persone di cui si riesce a eseguire l'espulsione passa dai Cpr. Queste percentuali sono eloquentissime: c’è bisogno di strutture di trattenimento, in cui comunque non c’è la prospettiva di negare i diritti umani". La precisazione è arrivata perché molte associazioni hanno segnalato numerosi casi di condizioni di vita pessime nei Centri. Il ministro ha poi precisato: "Nei Cpr ci finiscono persone che hanno anche delle condizioni di pericolosità, decretate dall'autorità giudiziaria, ricordiamolo".

Resta il fatto che per il governo non c'è un'obiettivo preciso, se non che le espulsioni aumentino: "Chiaramente noi abbiamo l'aspettativa che ci sia un numero crescente di espulsioni. Poi abbiamo ancora una prospettiva di quattro anni di lavoro, e ora ci siamo dotati di procedure accelerate per la realizzazione dei Cpr. Se faremo il nostro lavoro, le espulsioni continueranno ad aumentare".

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