Il ministro Piantedosi dice che il raduno di Predappio è una pagliacciata
Il raduno di Predappio è una pagliacciata, parola del ministro dell'Interno. Matteo Piantedosi, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, affronta tutti i temi caldi degli ultimi giorni. A partire dal decreto contro i rave che tanto sta facendo discutere maggioranza e opposizione: "L’obiettivo è allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei" per "dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti – spiega il titolare del Viminale – dobbiamo garantire che i giovani possano divertirsi senza esporsi a pericoli per la loro incolumità e tutelare gli imprenditori".
Sulla bontà del decreto, però, si sono spese molte parole. Troppe, secondo Piantedosi: "Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali – sottolinea il ministro dell'Interno – Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento". Poi apre alla fase emendativa in Parlamento, prendendosela con i social.
Poi Piantedosi parla anche delle piazze, del rispetto della legge e della manifestazione di Predappio, dove sono stati commemorati i cento anni dalla Marcia su Roma: "Si tratta di una manifestazione, una pagliacciata, che deploro nella maniera più assoluta – dice subito il ministro, con parole chiare – Si svolge da anni, senza incidenti e sotto il controllo delle Forze di polizia. È accaduto con analoghe modalità e numeri anche in anni in cui al governo vi erano personalità politiche che ora esprimono indignazione". Quanto alle nostalgie pericolose, però, stempera i toni: "Viviamo in un Paese democratico con istituzioni solide e una Costituzione repubblicana, abbiamo gli anticorpi per sconfiggere chiunque voglia andare in un’altra direzione".
Infine Piantedosi parla anche dei migranti e dell'emergenza sulle coste italiane, che ormai è diventata strutturale, e promette guerra alle Ong che salvano le persone in mare: "Non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità – sottolinea – Al momento questi eventi rappresentano il 16% delle persone sbarcate in Italia. Ma poiché ci facciamo già carico del restante 84% dei migranti arrivati sulle nostre coste, con altri mezzi o salvati da noi, auspichiamo che la tanto sbandierata solidarietà europea si realizzi".