Il ministro Piantedosi condanna la tortura nel carcere di Reggio Emilia: “Cose inaccettabili”
Tutto deve essere ancora "accertato nelle sedi competenti", ma "è ovvio che non sono cose accettabili". È questo il commento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di fronte alle durissime immagini, diffuse ieri da Ansa, di un'aggressione ai danni di un detenuto avvenuta nel carcere di Reggio Emilia. Per i fatti sono indagati dieci agenti, accusati a vario titolo di tortura, lesioni e falso. Le immagini risalgono al 3 aprile 2023, e la Procura ha chiesto ieri il rinvio a giudizio.
"Fermo restando che tutto deve essere accertato nelle sedi competenti, e quindi dare giudizi molto netti preventivamente è sempre qualcosa che deve avere un certo riguardo", ha affermato Piantedosi interrogato dai cronisti, "è ovvio che non sono cose accettabili. Ogni volta che una persona è ristretta, sotto la vigilanza di organi dello Stato, deve essere assicurata la dignità della persona in modo duplice rispetto alle normali condizioni".
Pochi giorni dopo l'avvenuto, il 40enne tunisino vittima del pestaggio aveva fatto denuncia, e nel verbale aveva parlato della "paura che possa risuccedere". Aveva riferito: "In queste notti non riesco a dormire perché ripenso a quanta paura ho avuto di morire e a tutta quella forza e violenza che è stata usata nei miei confronti mentre ero a terra e ammanettato". In seguito alla denuncia, l'uomo era stato trasferito a Parma.
L'udienza preliminare per gli agenti si terrà il 14 marzo. Nel frattempo, le immagini diffuse dall'agenzia hanno sollevato lo sdegno di parte del mondo politico. Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi-Sinistra, ha detto di aver visitato visitato il carcere di Reggio Emilia "proprio in seguito alla segnalazione di quel caso", nella primavera del 2023. Lì aveva trovato "detenuti in condizioni disumane: alcuni con i propri escrementi nella stessa cella. Il problema in genere riguarda i nuovi arrivi, quelli maggiormente esposti anche al rischio di suicidio".
È intervenuto anche il Garante dei detenuti dell'Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri: "Le immagini del violento pestaggio di un detenuto nell'istituto penale di Reggio Emilia rappresentano una pagina nera della gestione carceraria nella nostra Regione", ha affermato. "Non si può che provare un senso di ripugnanza e dolore nel vedere uomini in divisa usare metodi non solo illegali ma che tolgono ogni sembianza umana a un uomo incappucciandolo, colpendolo con pugni e calci, rendendolo totalmente vulnerabile e indifeso".