Il ministro Nordio dice che il governo non vuole controllare i magistrati, Schlein: “Solo propaganda”
"La separazione delle carriere era nel programma elettorale ed è un percorso sicuramente lungo, perché richiede una revisione costituzionale. Prevede la netta distinzione tra magistrati del pubblico ministero e giudici, ma prevede che ci sia un'assoluta indipendenza dei pm nei confronti di qualsiasi autorità, a cominciare dal potere esecutivo. Questo per me è un dogma non trattabile". Con queste parole il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenuto al congresso dell'Associazione nazionale magistrati, ha difeso la sua proposta di riforma, che il governo ha rilanciato la scorsa settimana.
Un tema, quello della separazione delle carriere e del possibile controllo sulla magistratura, che ha attirato numerose critiche alla riforma ancor prima che sia scritta. Non solo dal mondo dei pm, i magistrati che gestiscono le indagini, ma anche da quello politico, che si è diviso: nell'opposizione Pd e M5s sono contrari, Azione e Italia viva favorevoli.
Oggi Nordio ha cercato di abbassare i toni dello scontro: "Il dissenso è il sale della democrazia, ma mai e poi mai ho pensato di entrare in conflitto con la magistratura in quanto tale, perché sono stato magistrato per oltre 40 anni". Per quanto riguarda il Consiglio superiore della magistratura, i dettagli della riforma non sono ancora noti, e c'è la possibilità che venga scelto per sorteggio, ma l'intenzione di Nordio sarebbe comunque quella di garantire che sia composto in maggioranza – o del tutto – da magistrati.
Tra gli interventi, dopo quello del ministro, c'è stato quello della segretaria del Pd Elly Schlein, che ha attaccato la linea del governo: "L'idea del sorteggio per il Csm per noi, se letta insieme alla norma sui test psicoattitudinali, sembrano dirette a instillare nella collettività un sentimento di sfiducia nella magistratura. Non comprendendo che, delegittimandola, si indeboliscono gli anticorpi di legalità, si indebolisce la lotta al crimine, alla corruzione e alla mafia".
La separazione delle carriere, ha detto Schlein, si inserisce "in un mosaico di scelte e dichiarazioni e comportamenti che tradiscono il retropensiero di questo governo: una certa insofferenza verso l'equilibrio fra i poteri e l'attuale assetto istituzionale. La magistratura mal tollerata, con atteggiamento muscolare a aggressivo". Anche perché finora, sulla giustizia, il governo "è intervenuto solo con misure spot, spesso propagandistiche, moltiplicando i nuovi reati o inasprendo le pene sull'onda emotiva".
Critico anche Matteo Renzi, intervenuto a sua volta e spesso vicino a Nordio in passato. Sulla separazione delle carriere ci sono "solo chiacchiere", ha dichiarato parlando con i giornalisti: "Prima di arrivare a una trattativa c'è un passaggio che si chiama dibattito parlamentare. E il dibattito parlamentare si apre con un disegno di legge che il governo non ha ancora presentato".
"Sono imbarazzato dal metodo con cui opera il governo. Annunci invece di riforme, scambia Twitter per Gazzetta ufficiale e dopo due anni non ha portato a casa neppure una riforma", ha concluso Renzi. Anche Enrico Costa, deputato di Azione e sostenitore della riforma, ha commentato amaramente: "Non si farà mai. Il governo non la vuole fare, sono solo effetti speciali. Chiunque conosca i tempi parlamentari, sa che non si farà assolutamente nulla".