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Il ministro Nordio dice che bisogna “ingaggiare una guerra totale ai trafficanti criminali di uomini”

Una guerra totale, senza sconti, ai trafficanti di umani. È quello che devono fare, dice il Guardasigilli Carlo Nordio, tutti i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione di Palermo sulla tratta di migranti. il ministro Piantedosi aggiunge: “Gli Stati non possono accettare che la criminalità organizzata definisca le politiche migratorie”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Dobbiamo ingaggiare una guerra totale, senza sconti, ai trafficanti criminali di uomini". Sono le parole dei ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto oggi alla conferenza internazionale sulla Convenzione di Palermo e i suoi protocolli in materia di tratta di persone e traffico di migranti, che si svolge nell'aula bunker del capoluogo siciliano. Sono presenti moltissime delegazioni da Paesi di tutto il mondo, riunite per discutere appunto di immigrazione e crimine organizzato transnazionale. "La lotta al traffico dei migranti e alla tratta di essere umani è un obbligo di tutti noi che abbiamo ratificato la Convenzione di Palermo: l'applicazione della Convenzione è anche una modalità di protezione dei diritti umani. Proteggere i diritti umani dei cittadini delle nostre nazioni, infatti, vuol dire anche criminalizzare e perseguire penalmente le condotte che minano tali diritti".

Nordio ha fatto sapere che i procedimenti giudiziari penali contro le organizzazioni criminali per i reati di tratta e immigrazione clandestina sono aumentati del 171% solo presso la procura distrettuale antimafia di Palermo nel 2022. "Nel biennio 2021-2022, nei registri delle direzioni distrettuali antimafia, per i reati legati alla tratta di esseri umani sono stati iscritti nuovi 166 procedimenti con un numero altissimo di indagati, ben 468; mentre per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di migranti, sono stati iscritti 26 nuovi procedimenti con 92 indagati", ha spiegato Nordio.

Alla conferenza ha partecipato anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "Nessuno Stato può accettare che la criminalità organizzata determini le politiche migratorie nazionali né che vengano praticate ignobili forme di schiavitù moderna", ha detto il titolare del Viminale, sottolineando come la tratta di esseri umani sia un crimine "particolarmente odioso che integra una grave violazione del diritto internazionale e arreca un'offesa non solo alla dignità delle persone coinvolte, ma anche al diritto di ogni Stato sovrano di regolamentare l'ingresso dei cittadini stranieri nel proprio territorio".

Piantedosi ha anche annunciato di essere al lavoro per approfondire – anche insieme a Oim e Unhcr – delle "soluzioni innovative per il governo dei flussi ispirate al cosiddetto approccio basato sulle rotte". E ancora: "Si tratta di sviluppare un piano finalizzato alla gestione ordinata dei flussi lungo le rotte che dai Paesi subsahariani portano alle coste del Mediterraneo. I suoi punti di forza potrebbero consistere nella creazione di corridoi di protezione per coloro che ne hanno bisogno, nello sviluppo socio-economico dei territori di transito, e nel potenziamento del sistema dei ritorni accompagnati nei Paesi di origine".

Allo stesso tempo, ha concluso Piantedosi, bisogna anche potenziare la collaborazione con le agenzie dell'Onu per ampliare i programmi di rimpatrio: "Riteniamo fondamentale il potenziamento della collaborazione con le Agenzie Onu per ampliare i programmi di rimpatrio volontario assistito dai Paesi di transito verso i Paesi di origine. Rimpatrio assistito significa accompagnare i migranti nel proprio Paese di origine offrendo loro concrete prospettive di inserimento sociale e lavorativo".

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