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Il ministro Nordio accusa i magistrati di bloccare le riforme e dice alla politica di non inchinarsi

Il ministro Nordio, interviene sullo scontro tra governo e magistratura negando l’attacco di Palazzo Chigi: “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola”. Poi attacca sulla riforma della giustizia: “È sempre stata bloccata con interventi giudiziari”. E alla politica ordina: “Non si inchini”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Veline anonime, note ufficiose e ufficiali, dichiarazioni durissime dell'Anm. Negli ultimi giorni, tra governo e magistratura, è successo un po' di tutto. Che sia una resa dei conti di fronte a una riforma, quella del ministro Carlo Nordio, non particolarmente gradita o un ritorno al rapporto tesissimo di berlusconiana memoria, oggi il Guardasigilli è intervenuto nel dibattito con un'intervista a Libero abbastanza singolare. Prima accusa la politica di essersi piegata alla magistratura, poi dice che da Meloni non è mai arrivata una parola contro i giudici e infine nega il complotto contro il governo di cui da giorni la maggioranza sta parlando più o meno velatamente.

"Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura", dice Nordio al quotidiano. E in effetti, pubblicamente, non è successo: Meloni ha affidato il suo pensiero alle fonti anonime di Palazzo Chigi che hanno aperto lo scontro con la magistratura e fatto infuriare l'Anm e le correnti. "Nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi sotto il profilo tecnico. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘Noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perché abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo' – continua il ministro Nordio – Mi rifiuto di pensare a magistrati che vogliono interferire nell'azione governativa attraverso azioni giudiziarie". Certo, sottolinea, quando si è provato a realizzare una riforma della giustizia "è sempre stata bloccata" con "interventi giudiziari".

La narrazione del complotto contro il centrodestra, con i casi Delmastro, Santanchè e La Russa, secondo Nordio non sta in piedi: "Sono fatti tra loro indipendenti e mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell'azione governativa attraverso azioni giudiziarie". Insomma, almeno su questo il caso è chiuso: la magistratura, dice il Guardasigilli, non sta facendo campagna elettorale per le europee grazie ai casi giudiziari che riguardano esponenti del centrodestra. Peccato che l'accusa non sia arrivata dall'esterno, ma dal governo.

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