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Il ministro Lollobrigida dice che il Servizio civile agricolo non è sfruttamento, è da patrioti

Il Servizio civile agricolo “non significa lavorare sottopagati”, e se anche fosse “perché non lo è in una sede di sindacato o in una biblioteca o in un Comune?”. Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida è tornato a parlare del progetto, difendendo anche l’espressione “servire la patria” che ha usato nei giorni scorsi per descriverlo.
A cura di Luca Pons
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"Il Servizio civile in agricoltura non è sfruttamento del lavoro, ma una scelta, come lo è per coloro che scelgono un sindacato o un Comune". A dirlo è stato il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, alla fine del G7 che si è svolto a Siracusa. Il progetto del Servizio civile agricolo è emerso negli scorsi giorni, promosso proprio dal ministro, ma ha sollevato polemiche. "Qualcuno ha detto che li vogliamo sfruttare pagandoli tre euro [all'ora, ndr]: io dico che non è vero, ma se fosse vero che fare il servizio civile è sfruttamento del lavoro, perché non lo è in una sede di sindacato o in una biblioteca o in un Comune?", ha affermato Lollobrigida. Poi ha parlato anche della scelta di rendere illegale la cannabis light: "Non la vogliamo legalizzare la droga".

La difesa del Servizio civile in agricoltura

Al di là delle cifre esatte (il Servizio civile paga in media circa cinque euro l'ora) il ministro ha difeso la decisione di allargare l'iniziativa di semi-volontariato a bassa retribuzione anche al settore agricolo, che spesso impiega già braccianti e altre figure con stipendi decisamente bassi: "Non lo abbiamo inventato noi il servizio civile in agricoltura. C'era già, ma non lo hanno mai realizzato, semplicemente. Abbiamo detto: ‘Permettiamo ai giovani liberamente per loro scelta, senza costrizione, di fare il servizio in agricoltura'".

Lollobrigida ha rivendicato anche l'espressione che aveva usato per presentare il progetto: "Per la prima volta i giovani potranno servire la patria con un'attività di valore agricolo". Alla contestazione ha risposto: "Invito i giornalisti a leggere la Costituzione. Quando si parla di nazione e servire la patria significare rispettare la Costituzione, perché questi concetti si trovano nella carta costituzionale. Servire la patria è un gesto nobile, non bisogna vergognarsi. Sandro Pertini e i partigiani si chiamavano patrioti".

Per la precisione, vale la pena di sottolineare che la Costituzione italiana non dice di "servire la patria". Il testo cita la patria solo in due passaggi, la prima all'articolo 52 sul servizio militare (parlando di "difesa della patria"), e la seconda all'articolo 59 per dire che può diventare senatore a vita chi ha "illustrato la patria".

Il ministro ha comunque insistito il servizio civile agricolo "è un'occasione. Non significa lavorare sottopagati, ma trascorrere un anno in cui si può scegliere di frequentare quel mondo, percependo un rimborso spese, come avviene in un sindacato o una biblioteca. La prima cosa da fare per i giovani potenziali agricoltori e pescatori è far capire che queste non sono attività da sfigati. Che non sono l'ultima spiaggia per chi non sa fare altro".

Proibire cannabis light? "Non la vogliamo legalizzare la droga"

Rispondendo alle domande dei cronisti, Lollobrigida ha poi toccato un altro tema caldo in queste settimane: l'intervento sulla cannabis light (non una droga), che con il ddl Sicurezza già approvato dalla Camera diventerà illegale, nonostante oggi sia tranquillamente prodotta e costituisca un settore da decine di migliaia di dipendenti. "Quello che in Italia non passerà mai è l'uso ricreativo della cannabis, quello non passerà mai", ha attaccato il ministro".

"Qualcuno ci può fare anche 100mila aziende. Ma se uno vuole usare la droga per divertirsi, in Italia finché ci sarà il nostro governo, non lo potrà fare". E ancora: "Quello che noi vietiamo è l'infiorescenza con all'interno proprietà del cannabidiolo che possa produrre un'alterazione dello stato psicofisico. Per il resto, non abbiamo proibito alcunché". Dunque, "noi non la vogliamo legalizzare la droga, non c'è proprio modo di convincerci".

E, per quanto riguarda le persone che la usano in modo terapeutico, "c'è una legislazione speciale, e in centri autorizzati, controllati può essere ancora coltivata. La scienza ci dice che si può fare. Le aziende che utilizzano questo tipo di produzione non devono temere niente, quelli che pensavano di fare buon business illudendo i ragazzi a entrare in un negozio con il simbolo della marijuana per noi smetteranno di farlo in Italia".

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