Il ministro Guerini presenta al Copasir il quinto decreto sull’invio di armi in Ucraina
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato convocato oggi al Copasir – il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – per presentare i dettagli del quinto decreto interministeriale sull'invio di armamenti in Ucraina. Il decreto, che potrebbe essere firmato già in settimana, è coordinato tra i ministeri della Difesa (Guerini), dell'Economia (Daniele Franco) e degli Esteri (Luigi Di Maio).
L'elenco di armi è un documento classificato
Nel corso dell’audizione, come ha spiegato il presidente del Copasir, Adolfo Urso, “il ministro ha aggiornato il Comitato in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina rispetto anche alle sue molteplici recenti implicazioni nello scenario geopolitico". In più, come atteso, "nel corso dell’audizione si sono condivisi in modo esaustivo i contenuti del quinto Decreto interministeriale che autorizzerà la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”. Il Copasir, quindi, ha riscontrato che il decreto corrisponde alle indicazioni date dal Parlamento sul tema.
Questo è tutto ciò che il pubblico potrà sapere. Non è possibile, infatti, conoscere la lista esatta di ciò che verrà inviato, perché l'Italia mantiene il segreto sulle consegne di armi all'Ucraina. Il decreto sarà pubblicato, ma la lista di armamenti dati all'Ucraina è un documento classificato e non sarà resa pubblica. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, che il ministero della Difesa non ha confermato, tra le attrezzature già inviate ci sarebbero mitragliatrici pesanti, missili terra-aria Stinger, varie armi anti-carro tra cui i razzi Panzerfaust, e ancora munizioni e mezzi blindati.
Il decreto era in lavorazione già da metà settembre, prima delle elezioni, ma il governo ha ritenuto più opportuno aspettare l'esito del voto. L'esecutivo di Draghi è in carica per gestire "gli affari correnti", che in questo caso significa portare avanti le misure già approvate dal Parlamento e rispettare gli impegni internazionali. Per questo, sarebbe stato formalmente legittimato a procedere con il decreto sull'invio delle armi già prima del 25 settembre.
Il documento, infatti non ha bisogno di ulteriori approvazioni da parte di Camera e Senato, a differenza di quanto succederebbe normalmente per l'invio di armi a un paese in guerra. Questo perché dal 28 febbraio – e fino al 31 dicembre di quest'anno – il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per la situazione in Ucraina, una decisione già confermata dalle Camere. Il governo Draghi ha preferito comunque attendere il risultato delle elezioni, ma aspettare ancora l'insediamento del prossimo governo avrebbe significato rimandare per almeno altre due settimane l'invio di armi.
Il Copasir presto diventerà "Copasir provvisorio"
Per il Copasir, questa audizione del ministro Guerini sarà uno degli ultimi atti formali. Il 12 ottobre, il giorno prima della riunione delle nuove Camere, la legislatura si concluderà e il Copasir sarà sciolto. Il giorno dopo, come ha previsto il decreto Aiuti bis in un emendamento, si costituirà il cosiddetto "Copasir provvisorio": tutti i componenti attuali del Comitato che sono stati rieletti saranno richiamati a farne parte. Sono solo quattro su nove: si tratta di Adolfo Urso di Fratelli d'Italia, che resterà presidente, Enrico Borghi del Partito democratico, Claudio Fazzone di Forza Italia e Francesco Castiello del Movimento 5 stelle.
Toccherà quindi ai presidenti di Camera e Senato decidere gli altri membri, fino a un massimo totale di otto, tenendo conto della consistenza dei gruppo parlamentari. Il Copasir provvisorio resterà in carica fino a venti giorni dopo la votazione della fiducia al governo, per garantire la continuità del lavoro. Poi dovrà insediarsi il Comitato definitivo.