Il Ministro Di Paola assicura, taglieremo le spese militari
Non un passo indietro ma una promessa di maggiore attenzione ai costi per la spesa militare, è questa in sostanza la posizione del Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, a proposito del tanto discusso acquisto dei 131 caccia F-35, che porterebbero ad una spesa di circa venti miliardi di euro. L'ex Capo di stato maggiore della difesa intervistato ieri a radio24 ha precisato quale sarà la posizione del Governo in merito alla questione facendo una promessa: "Rivedremo tutti i programmi della Difesa, dico tutti e nessuno escluso". Dopo le riforme in campo economico, l'Esecutivo si starebbe preparando ad una riforma globale del settore militare dove ha assicurato lo stesso Ministro "non ci saranno vacche sacre".
Nessuna preclusione dunque, ma anche nessuna certezza sul passo indietro chiesto al Governo per risparmiare quei miliardi di euro che in tempo di crisi e di tagli alla spesa valgono un tesoro. Anzi Di Paola non sembra gradire le contestazioni e ribadisce di non capire e di non condividere "la caccia all'untore a uno specifico programma". La riorganizzazione del settore, se ci sarà, sarà fatta dal punto di vista complessivo senza guardare al singolo progetto o campo di applicazione. Di Paola non nasconde il periodo di crisi economica che inevitabilmente si ripercuoterà anche sulla nostra Difesa, né nasconde i gravi problemi di gestione che affliggono le Forze Armate dopo l'abolizione della leva obbligatoria, "è chiaro che con le risorse destinate alla funzione Difesa, il modello non è sostenibile e così non si può andare avanti" ha detto il Ministro, facendo capire che il tempo dei tagli è arrivato.
L'obiettivo finale è "portare in coerenza uno strumento efficace con le risorse", vale a dire costi di gestione più congrui con gli obiettivi e tagli pesanti senza "nessuna preclusione in merito". Di Paola conferma che si "dovranno asciugare tutte le componenti, la struttura, i quadri, il personale" senza alcun pregiudizio. La paura di perdere privilegi acquisiti e le resistenze interne al mondo militare devono essere pesanti se il Ministro ricorda ai suoi vecchi colleghi che non accetterà imposizioni su caserme da chiudere o alti gradi da ricollocare. Del resto lo stesso Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Biagio Abrate, qualche mese fa ricordava i necessari tagli alle spese militari, resta da capire se il Ministro, convinto sostenitore di un esercito moderno e ottimamente equipaggiato dal punto di vista tecnologico, non punti più sul taglio di caserme e uomini invece che sugli aerei.