Possono impegnarsi a civilizzarsi, travestirsi da ministri, evitare di farsi fotografare mentre bevono in un'ampolla l'acqua del Po indossando corna vichinghe ma alla fine sotto la scorza sono i leghisti di sempre, quelli che odiano i terroni, quelli che disprezzano i poveri perché evidentemente sfaticati e quelli che sostanzialmente credono a un'Italia divisa in due ("Padania is not Italy" recitava la felpa di Matteo Salvini prima che comicamente diventasse l'idolo dei sovranisti de' noialtri) dove la Terronia (come i poveri, ma anche i disoccupati, i malati cronici e gli anziani) sono un fardello che tocca portarsi dietro fingendo benevolenza.
Per questo non può stupire l'uscita del ministro all'istruzione Marco Bussetti che – durante la sua visita ad Afragola – a chi chiedeva più fondi per l'istruzione al Sud ha risposto che non servono soldi ma più sacrificio e più impegno dando per scontato che tutti i presidi e tutti gli insegnanti terroni abbiano molta meno voglia di lavorare che al nord. Badate bene:non è una frase che gli è scappata: è la sua reale natura che non è riuscito a tenere a freno e che tra l'altro funziona perfettamente nel gioco delle parti (fin troppo banale per non essere percepito) in cui Salvini va a raccattare i voti mentre il Bussetti di turno (tra l'altro stiamo parlando di un ministro che è un professore di educazione fisica, sempre a proposito dell'ironia che il Movimento 5 Stelle ha deciso di rimettere nel cassetto pur di tenersi con il culo al caldo) tiene buona l'anima razzista originaria della Lega, quella che vuole la secessione, quella per cui i negri e i terroni pari sono, entrambi da eliminare, entrambi pesi di cui non farsi carico.
E poi c' l'ignoranza, quella crassa, di cui addirittura vanno fieri di capire che se il Sud non si è fatto seppellire dall'abbandono dello Stato è proprio perché con il sacrificio e l'impegno sono andati a riprendersi diritti e servizi che non gli sono mai stati elargiti da un politica miope da decenni.
E, diciamolo una volta per tutte, fanno ridere i cinguettii dei consiglieri regionali che chiedono le dimissioni di Bussetti da Ministro quando potrebbero benissimo mettere con le spalle al muro il loro capo politico Luigi Di Maio (che proprio del sud ha giustamente parlato moltissimo in campagna elettorale) se non fosse che ormai la frittata è fatta: il primo partito d'Italia (così avevano sancito le elezioni) è riuscito a diventare il cameriere di una serie di personaggi diventati improvvisamente classe dirigente come non avrebbero mai sognato nelle loro aspirazioni migliori.
Cornuti e razziati, come si direbbe al sud. Buona fortuna a noi.