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Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “Vietare le confezioni di plastica negli edifici pubblici”

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa rilancia la politica plastic free già avviata dal suo ministero, proponendo di vietare le confezioni di plastica negli edifici pubblici. Confermata anche la battaglia sull’acqua pubblica: “Per l’Italia l’acqua non è soggetta al mercato unico perché è bene comune”.
A cura di Giorgio Tabani
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"Vietare le confezioni di plastica negli edifici pubblici". Questa è la dichiarazione dal Lussemburgo del ministro dell'Ambiente Sergio Costa in occasione del Consiglio europeo dedicato alla revisione della direttiva acque potabili. Si tratta del recepimento di una proposta già preparata dalla Commissione europea e presentata il primo febbraio scorso, che ha come obiettivo di rendere l'acqua potabile più sicura e accessibile, ma anche di rendere i cittadini più consapevoli degli sprechi. Il ministro ha dichiarato che è "essenziale che l'Unione Europea garantisca il diritto all'acqua potabile e l'accesso all'acqua a tutti" e ha continuato chiedendo che "la fornitura di acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti alle logiche del mercato unico e i servizi idrici siano esclusi da qualsiasi liberalizzazione perché l'acqua è un bene comune e un diritto umano essenziale", fermo restando la necessità di rafforzare il "monitoraggio pubblico sui privati".

La battaglia sull'acqua pubblica è una di quelle storiche del Movimento 5 Stelle (essendo proprio una delle "5 stelle"), che ha indicato il nome del ministro già nella squadra presentata prima delle lezioni. Il tema è presente anche nel contratto di governo Movimento 5 Stelle-Lega che recita: "È necessario investire sul servizio idrico integrato di natura pubblica applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con particolare riferimento alla ristrutturazione della rete idrica, garantendo la qualità dell’acqua, le esigenze e la salute di ogni cittadino". 

Il ministro Costa era già intervenuto sull'argomento alcuni giorni fa direttamente dalla sua pagina Facebook, quando aveva presentato la campagna "#iosonoambiente" che nella sua idea sarà un grande contenitore di tutte le battaglie ambientali del suo ministero. La prima campagna è proprio "Liberiamoci dalla plastica", con l'annuncio che il ministero dell'Ambiente sarà completamente libero dalla plastica dal 4 ottobre. La scelta della data di avvio è simbolica: si tratta del giorno in cui si celebra San Francesco, patrono d'Italia e "messaggero della tutela del creato". Il ministero aderisce così all'iniziativa "Plastic Free Challenge", lanciata dal musicista e attivista Way Papa Muse che ne aveva parlato come "un nuovo modo di utilizzare i social media che prevedo rivoluzionerà l'attivismo ambientale, radunando persone creative in modo divertente e stimolante".

Se "tutti noi siamo ambiente", ha aggiunto il ministro, "fin da subito, ognuno di voi, mandi un tweet #PFC, dicendo qual è il suo impegno, piccolo o grande, per liberarsi dalla plastica". Il ministro ha poi esortato le istituzioni di ogni livello, "sfidando simpaticamente" il presidente della Camera Roberto Fico e il vicepremier Luigi Di Maio a seguire l'esempio del suo ministero. Una sfida raccolta immediatamente dal presidente Fico:

Sono però arrivati apprezzamenti all'iniziativa anche da esponenti di altri partiti come il deputato di Forza Italia Vittorio Sgarbi, che nel comune di Sutri da lui guidato avrebbe già ottenuto "nell'arco di tre mesi" di liberare "il centro storico dalla plastica, vasi e altri contenitori". Intanto Greenpeace Italia aveva già lanciato Plastic Radar un'iniziativa con cui invitava "tutti gli amanti del mare a non rassegnarsi a convivere con la presenza di rifiuti in plastica ma ad accendere i riflettori su questo grave inquinamento che rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi", secondo Giuseppe Ungherese, responsabile Greenpeace per la Campagna Inquinamento. Si tratta di un database a cui chiunque potrà accedere e a cui chiunque può contribuire con le sue segnalazioni: sarà così possibile scoprire "quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani, a quali categorie merceologiche appartengono, se sono in plastica usa e getta o multiuso e da quali mari italiani arriva il maggior numero di segnalazioni". Peraltro nei mesi scorsi Greenpeace aveva anche fatto partire una petizione, sottoscritta ad oggi da più di un milione di persone nel mondo, per chiedere a marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.

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