Il ministro Crosetto dice che se i tank russi entrassero a Kiev inizierebbe la Terza Guerra Mondiale
Se i carri armati russi entrassero a Kiev sarebbe l'inizio della Terza Guerra Mondiale. Lo dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che oggi è intervenuto al convegno sulle prospettive europee per una Difesa comune. "La Terza Guerra Mondiale inizierebbe nel momento in cui i tank russi arrivassero a Kiev, quindi ai confini dell'Europa. Fare in modo che non sia così è l'unico modo per fermarla", ha detto il cofondatore di Fratelli d'Italia
Chi dice che uno scenario di questo tipo è impossibile, "non conosce la storia dell'Europa orientale – ha affermato Crosetto – il punto limite che molti Paesi della Nato non possono vedere superato". Sulla posizione dell'Europa, il ministro ha detto di auspicare che il Vecchio Continente possa assumere la leadership della strada verso i negoziati, rimanendo unita.
Parlando di unità, Crosetto è anche tornato sull'idea di una Difesa comune europea. E ha detto che non tutti i settori dei Paesi europei però partono dallo stesso punto: "Tre anni fa nessuno avrebbe mai immaginato di vivere la situazione che viviamo oggi, questo ha messo in difficoltà e in crisi tutte le Difese europee, meno quelle che negli scorsi anni si sono tarate avendo una visione diversa, quella della Gran Bretagna, quella francese e quella americana".
E ancora: "Quelle Difese che anche negli anni scorsi che si erano tarate senza dimenticarsi di quello che era successo nella seconda guerra mondiale e senza cambiare profondamente dopo che era finita la guerra fredda. Noi invece come altre Difese siamo partiti molto più indietro perché abbiamo perso la guerra e siamo arrivati, come massimo risultato degli anni scorsi, ad essere preparati nello svolgere missioni internazionali".
Infine, Crosetto ha tracciato un bilancio degli scenari futuri. "Se anche finisse la guerra il percorso di cambiamento iniziato dal conflitto non finirà, ci vorrà tempo per rimarginare la ferita aperta dalla guerra come lo sono le ferite tra popoli. Noi non abbiamo interiorizzato questa ferita come l'hanno interiorizzata i Paesi confinanti con la guerra o gli ucraini, perché nessuno ha la percezione in Italia di quanto inciderà questa guerra. Inciderà in Europa e nella Nato. C'è anche un fronte Sud, in questo momento siamo logicamente sbilanciati sul fronte Est, in un percorso nel quale ci trascineranno sempre di più fin quando non finirà questa guerra".