Il ministro Crosetto dice che l’Italia deve ringiovanire l’esercito e spendere di più per difendersi
"Il mondo è cambiato profondamente e noi dobbiamo adeguare le nostre forze armate". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rilanciato la necessità di investire di più nel settore militare. "Il servizio che creeremo nei prossimi anni probabilmente non potrà più permettersi un’età media di 49 anni nei sottufficiali. Se cambia quello che chiederemo alle forze armate, dovrà cambiare anche la selezione, dovrà cambiare l’età media", ha insistito.
Da tempo Crosetto sostiene che l'Italia debba spendere di più nel comparto della Difesa. Oggi è tornato sul punto: "Occorre spiegare a tutti i nostri cittadini che investire in difesa è investire nel loro futuro". La difesa "è requisito per la democrazia. Tutti abbiamo paura di parlare di cose che fanno paura ai cittadini. Viviamo tempi in cui dobbiamo parlare di difesa, spese per la difesa, deterrenza, Paesi ostili", ha aggiunto. In questo momento storico, ai Paesi della Nato e quindi anche all'Italia è richiesto di "aumentare la capacità di deterrenza, non per volontà di avere la guerra, ma per allontanare la guerra attraverso la deterrenza".
Già nell'ultimo rapporto sull'esercito, pubblicato a febbraio, si indicava la necessità di "ringiovanire la componente operativa della forza armata" per "disporre, fin da subito, di risorse umane prontamente impiegabili", ma con nuove misure di reclutamento che potranno avere effetto solo "nel medio-lungo periodo". Il ministro ha sottolineato che bisognerà anche cambiare il modo in cui viene considerato il lavoro del militare: "Fare il soldato e chiedere a qualcuno di essere impegnato 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, di essere disposto ad andare da una parte all’altra del mondo, mettendo a rischio la propria vita, è diverso che fare qualunque altro lavoro pubblico o privato".
Crosetto ha anche annunciato oggi che il governo nelle prossime settimane approverà un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina, "perché possa continuare a difendersi dalla Russia". Per il momento non sono note le tempistiche. In ogni caso, ha aggiunto il ministro parlando in termini generali, oggi ai Paesi della Nato si chiede di "aumentare la capacità diplomatica a fianco di quella militare, perché non è quella militare che risolve i conflitti". Tuttavia, sostenere Kiev anche sul piano delle armi è necessario perché oggi "sembra che si voglia tornare alla legge del più forte, in cui la nazione più forte non deve rispondere ad alcuna legge internazionale, ma può pensare di aggredire una nazione più debole e occuparne i territori".