Il ministro Brunetta insiste: “Il salario minimo per legge è una deriva, l’Ue non ce lo chiede”
Nonostante l'accordo trovato tra le istituzioni europee su una direttiva per delle regole comuni sul salario minimo, il ministro Brunetta non arretra. "Abbiamo bisogno di più Europa, non abbiamo bisogno del salario minimo per legge – dice a margine dell'Assemblea 2022 di Confcommercio- perché le nostre relazioni industriali bastano e sono sufficienti per salvaguardare le categorie più deboli".
L'esponente di Forza Italia aveva spiegato lo scorso sabato come il salario non possa e non debba essere moderato per legge, ma "deve corrispondere alla produttività". Ora aggiunge che l'Italia non ha bisogno di "derive stataliste e di rigidità", ma semmai di "più consumi, più crescita, attenzione al debito e all'inflazione". Poi ci tiene a precisare che non è vero che l'Unione europea chieda un provvedimento del genere.
"Basta con le mistificazioni– tuona- La direttiva europea non impone nulla, ma invita i Paesi a potenziare la contrattazione collettiva. Quella contrattazione in cui l'Italia vanta una condizione assolutamente ottimale". Quindi sottolinea che circa il 90% del mondo del lavoro sarebbe coperto da contratti "seri". Secondo gli ultimi dati dell'Inapp (riferiti al 2021), i contratti collettivi nazionali coprono l'88,9% dei lavoratori dipendenti (ma nei settori privati non agricoli) e l'82,3% di tutti gli addetti.
A pensarla diversamente dal ministro è il commissario Ue al lavoro Nicolas Schmit, secondo cui anche in Italia "potrebbe essere importante introdurre il salario minimo per legge", anche se, come ha sottolineato in conferenza stampa dopo il primo via libera alla direttiva europea, "spetta all'esecutivo deciderlo, senza imposizioni dall'alto". Della stessa idea di Brunetta, però, sembra essere il resto di Forza Italia. Contraria anche una fetta importante della Lega, ma il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti ha aperto all'allargamento di paghe orarie minime ad alcune categorie attualmente non coperte dai contratti nazionali.