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Il ministero della Salute ha chiesto un parere al Comitato di bioetica sul suicidio assistito

Il Comitato nazionale di bioetica è stato rinnovato lo scorso dicembre. Tra i suoi membri, per lo più figure cattoliche che appartengono ad associazioni pro vita. Ora il ministero della Salute ha chiesto un parere sul suicidio assistito.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministero della Salute ha chiesto un parere sul suicidio assistito al Comitato nazionale di bioetica. Un organo consultivo, rinnovato lo scorso dicembre con una serie di figure del panorama cattolico che condividono posizioni pro-vita, anti abortiste e contrarie alle presunte "teorie gender". La maggior parte dei membri, per lo più medici e giuristi, si sono già espressi in passato sul tema del fine vita, in pubblicazioni e convegni, schierandosi contro la depenalizzazione dell'aiuto a morire e contro la legalizzazione dell'eutanasia. Insomma, il parere richiesto dal ministero, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, al netto di colpi di scena non porterà a una riapertura del dibattito.

Il successo della raccolta firme per il referendum promosso dall'Associazione Luca Coscioni, dichiarato poi inammissibile dalla Corte Costituzionale circa un anno fa, aveva dimostrato un'importante richiesta di partecipazione sul tema da parte dell'opinione pubblica. Difficilmente, però, il parere del comitato potrà rimettere il discorso sul tavolo.

Le posizioni cattoliche pro vita della maggior parte dei suoi membri, infatti, non lascerebbero molto margine di interpretazione. E anche la maggioranza di governo sembra avere le idee chiare sul tema. Quando la Corte Costituzionale aveva giudicato inammissibile il referendum Giorgia Meloni, definendo "sacrosanta" quella decisione, aveva commentato: "Un quesito inaccettabile ed estremo che avrebbe scardinato il nostro ordinamento giuridico, da sempre orientato alla difesa della vita umana e alla tutela dei più fragili e deboli. Una sentenza di buon senso. C'è ancora spazio nel nostro ordinamento per difendere il valore della vita, come Fratelli d'Italia intende fare con il suo impegno".

E quando era arrivata la sentenza della Consulta sul caso di dj Fabo, Meloni aveva parlato di "uno scenario preoccupante e sconcertante" in cui la decisione dei giudici avrebbe "aperto un varco alla possibilità di legalizzare il suicidio assistito e introdurre l'eutanasia nel nostro ordinamento", mettendo a rischio appunto la tutela della vita "che per noi è sacra e degna di essere difesa dall'inizio alla sua fine".

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, finora non sembrerebbe essersi espresso sul tema. Ma la linea del governo di cui fa parte è certamente chiara. Come lo è su altri temi su cui il Comitato si è già detto pronto a lavorare in futuro. In una nota diffusa alla seconda seduta, infatti si legge: "Il sottosegretario Mantovano ha sottolineato che il Comitato è la sede più qualificata ed autorevole per analizzare le complesse questioni etiche all'ordine del giorno. È stata approvata all'unanimità la costituzione dei gruppi di lavoro sui seguenti temi: fine vita, gestazione per altri, psichiatria, equità di accesso alle cure, tecnologie emergenti e alfabetizzazione sanitaria".

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