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Il ministero dell’Interno di Alfano cerca un giornalista. Ma deve lavorare gratis

L’incredibile bando del Viminale: serve un giornalista professionista che si occupi di immigrazione. Sarà selezionato attraverso un bando, ma – sorpresa – il ministero non vuole pagarlo: deve lavorare un anno a titolo completamente gratuito.
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Angelino Alfano, ministro dell'Interno del governo Renzi.
Angelino Alfano, ministro dell'Interno del governo Renzi.

A leggerlo e rileggerlo, non ci si crede. Il ministero dell'Interno prepara un bando di ben 9 pagine, chiede a una commissione di tre persone di valutare una alta professionalità che si occupi per un anno interno di «delle attività di comunicazione per le esigenze della Direzione Centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione». Chiede ai giornalisti professionisti con almeno 3 anni di esperienza nel settore di prendere parte al bando, una ottima conoscenza della lingua inglese e quanto offre? Zero euro. Proprio così. Un incarico a titolo gratuito: il Viminale retto da Angelino Alfano per il governo di Matteo Renzi intende selezionare un giornalista, farlo lavorare un anno e non pagarlo. È tutto nero su bianco, altrimenti sarebbe difficile crederci. E no, non è un errore di stampa: all'articolo 5 del bando, c'è scritto: «L’incarico dovrà essere svolto a titolo assolutamente gratuito».

Il bando, anzi per essere più precisi, la «Procedura comparativa per il conferimento a titolo gratuito di incarico di prestazione di lavoro autonomo occasionale» (e più occasionale di così…) è stato varato dalla Direzione Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo con protocollo 0002133 del 9 marzo scorso. Cosa dovrebbe fare lo sventurato giornalista professionista gratis et amore dei? Nientepocodimeno che il «supporto tecnico di alto contenuto specialistico nelle attività e nei processi finalizzati alla comunicazione e all'informazione pubblica istituzionale relative alle attività che si svolgono nei centri di prima accoglienza, in stretto raccordo con l’Ufficio Stampa del signor ministro». Insomma un lavoraccio, considerando la situazione dei migranti e dei centri a loro dedicati nel nostro Paese. Ma non è finita qui: il professionista che avesse la fortuna di essere selezionato per lavorare gratis dovrebbe anche effettuare una «supervisione e consulenza nelle materie della comunicazione ed informazione pubblica istituzionale con particolare riferimento a quelle connesse agli interventi e alle iniziative per la governance del fenomeno migratorio»; avere «cura delle pubbliche relazioni con la stampa nazionale ed internazionale, garantendo una informazione idonea alla divulgazione mediatica, anche mediante la redazione di comunicati stampa»; «cura della comunicazione e delle relative attività relazionali con Istituzioni, professionisti e rappresentanti di enti pubblici e privati». E ancora: «individuare e adottare forme innovative di comunicazione che aumentino l'efficacia e la trasparenza nei confronti dell'utenza, sia attraverso le pagine web, sia attraverso la realizzazione di prodotti video-documentali, in relazione alle competenze della Direzione» e dulcis in fundo, «promozione della valorizzazione delle attività relazionali, sociali e culturali della Direzione centrale». Un lavoro improbo: perché qualcuno dovrebbe pensare di farlo gratis? Ah, infine l'incarico avrà durata di un anno e non potrà essere prorogato o rinnovato. Si sa, fare la fame è un mestiere usurante.

La prima pagina del bando del Viminale
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