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Il Maxiemendamento alla legge di stabilità: per fare cassa si punta su dismissioni e privatizzazioni

Dal CdM di ieri nessun decreto ma un emendamento alla legge di stabilità che ricalca la lettera inviata a Bruxelles. Incentivi fiscali per le aziende che assumono e liberalizzazione delle professioni sono alcune delle misure per rilanciare la crescita economica.
A cura di Antonio Palma
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Dal CdM di ieri nessun decreto ma un emendamento alla legge di stabilità che ricalca la lettera inviata a Bruxelles. Incentivi fiscali per le aziende che assumono e liberalizzazione delle professioni sono alcune delle misure per rilanciare la crescita economica.

Nessuna norma immediata ma solo un maxiemendamento al decreto alla legge di stabilità ora in discussione in Parlamento. E’ questa la sofferta decisione del Governo presa ieri sera durante il Consiglio dei Ministri straordinario convocato a seguito del crollo delle borse di martedì e della sofferenza dei nostri titoli di Stato, che hanno raggiunto percentuali di interesse prossime al punto di non sostenibilità.

I provvedimenti che dovranno essere inclusi in questo emendamento in realtà non sono stati resi pubblici ma, secondo indiscrezioni, dovrebbero essere principalmente misure attuative degli impegni presi dal Governo con la lettera presentata a Bruxelles. Una serie di buone intenzioni che, però, secondo il volere di Tremonti, dovranno essere per forza di cose a costo zero, in altre parole senza alcun ulteriore onere per le casse dello Stato.

Le misure più probabili sono quindi gli incentivi fiscali alle imprese, sia per quelle che investono nelle grandi opere sia per chi assume lavoratori svantaggiati. E’ proprio il tema lavoro e la riforma del mercato del lavoro un altro dei punti da tempo allo studio del Governo. La leva su cui punta l’Esecutivo è sempre quella degli sgravi fiscali: contributi ridotti per chi assume le donne, credito di imposta per chi assume al Sud, e altre agevolazioni per chi assume giovani ricercatori. Sembrerebbe scomparsa, almeno per il momento, la norma sui licenziamenti facili che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi.

Anche sul fronte pensioni sembra non ci sia nessuna novità, con la forte opposizione della Lega che non ha lasciato alcuno spazio per la trattativa sul fronte previdenziale. Accantonate anche le proposte più pesanti per fare cassa, dal prelievo sui conti correnti, alla patrimoniale, dal ritorno dell’Ici, alla serie di condoni fiscali di cui si è parlato spesso. Nel Governo, tra tensioni interne e pressioni esterne, forse non vi erano le condizioni per raggiungere un accordo soddisfacente e tutto è stato rimandato ai prossimi giorni.

Per fare cassa si è puntato tutto sulla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, come caserme e carceri in disuso, e alla privatizzazione dei servizi pubblici, come il trasporto locale. Per rilanciare la crescita, invece, con pochi soldi da spendere, tutto è stato demandato alle infrastrutture come la banda larga con l’investimento dei privati e alle liberalizzazioni delle professioni, con l’abolizione delle tariffe minime.

Misure che in realtà sembrano più promesse che atti concreti, oggi al G20 Berlusconi e Tremonti dovranno lasciar intendere di voler fare sul serio, altrimenti la credibilità dell’Italia ne risentirà ancora di più. Il Governo ha ancora qualche giorno prima che la legge di stabilità arrivi alla Camera la prossima settimana, speriamo che i prossimi vertici di Governo arrivino a soluzioni concrete e condivise nella maggioranza.

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