Il centrosinistra è stata l'unica coalizione che ha scelto il proprio candidato premier attraverso primarie aperte, e per la prima volta nella storia italiana sono state primarie dal risultato incerto. Bersani, Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci in corsa, con la sfida finale concentrata fra Renzi e Bersani. Ve lo ricorderete, vinse Bersani ma avrebbe potuto vincere Renzi, che ottenne comunque il 40 per cento dei voti.
Da allora Matteo Renzi si è defilato dal dibattito nazionale, tornando a fare il sindaco di Firenze (o come dice lui "continuando a fare il sindaco di Firenze"). Del resto lo aveva già detto: "In caso di sconfitta rimarrò sindaco e non entrerò nel Governo". Ma per governare, e per arrivare almeno ad esercitare una scelta, il 24 e 25 febbraio il centrosinistra deve vincere. E per vincere il PD ha bisogno (anche) di Matteo Renzi.
Perciò, un po' per convinzione e un po' per disciplina, anche Renzi è sceso in campo. Non con l'obiettivo di entrare nell'eventuale, prossimo governo di centrosinistra, ha tenuto di nuovo a sottolineare, ma con quello di dare al PD una mano per vincere la sfida elettorale. E per farlo, come primo atto, Renzi ha rinsaldato pubblicamente il suo rapporto con il segretario del partito Pierluigi Bersani accogliendolo a Firenze, sul palco dell'Obihall, in un teatro pieno e con centinaia di persone rimaste fuori. E così la campagna elettorale del PD ora è davvero partita, cercando di convogliare le energie e i voti anche di quelli meno inclini al "partito" e più vicini a una figura di leader come Matteo Renzi.
Oppure, per dirla in tono satirico, Renzi e Bersani si sono sposati. E io sono stato al loro matrimonio. Se non ci credete guardate il video dello sposalizio.