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Il M5s sulla decisione dell’Aja: “Occasione persa, serve cessate il fuoco immediato”

Dopo la pronuncia della Corte internazionale di giustizia sulle accuse mosse a Israele dal Sudafrica, arrivano le reazioni della politica italiana e quella dell’ex ministro, oggi inviato speciale Ue nel Golfo, Luigi Di Maio.
A cura di Annalisa Girardi
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La decisione della Corte internazionale di giustizia, che ha ordinato a Israele di mettere in atto ogni misura per evitare un genocidio, è un'affermazione importante sul rispetto del diritto internazionale. Ma è troppo timida. È il commento dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle delle commissioni di Camera e Senato, secondo cui il pronunciamento dei giudici dell'Aja non è che "un'occasione persa". In una nota i parlamentari pentastellati scrivono: "Bene l'ordine legalmente vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite all'Aja a Israele di proteggere i civili palestinesi a Gaza e rispettare il diritto internazionale umanitario. Ma giudichiamo timida e contraddittoria la sua decisione, un'occasione persa per fermare questa carneficina".

E ancora: "Pur ravvisando il rischio concreto di un genocidio palestinese a Gaza, invece di chiedere un immediato cessate il fuoco la Corte si è limitata a chiedere a Israele di fare attenzione al fine di prevenire un genocidio. In buona sostanza, la richiesta è di stare attenti a non sterminare l'intera popolazione palestinese". La nota ha quindi concluso ribadendo che per il Movimento solo un immediato e duraturo cessate il fuoco, insieme al rilascio degli ostaggi israeliani, può fermare la carneficina a Gaza.

Di Maio: "Politica internazionale faccia il proprio corso"

Anche l'ex leader del Movimento Cinque Stelle, oggi inviato speciale dell'Unione europea per il Golfo, Luigi Di Maio, si è espresso sulla decisione della Corte: "È iniziato un procedimento, ma ora anche per il rispetto della Corte ora bisogna aspettare la sentenza. Di certo ci si aspettava dei provvedimenti immediati, che non sono arrivati. E questo significa che ci sarà un processo. Ma la politica internazionale deve fare il proprio lavoro", ha detto ospite della trasmissione Tagadà su La7.

"Da una parte c'è la preoccupazione per gli ostaggi che è massima, e dall'altra per l'aiuto umanitario a Gaza e la protezione dei civili. Quello che dobbiamo fare è sostenere gli sforzi di mediazione per arrivare ad un cessate il fuoco che dia le giuste garanzie ad Israele sul rilascio degli ostaggi e sul fatto che Hamas non torni a governare Gaza", ha poi aggiunto.

Boldrini: "La comunità internazionale vigili, decisione dell'Aja va rispettata"

A commentare la notizia arrivata oggi dall'Aja anche la deputata del Partito democratico, Laura Boldrini, per cui le parole della giudice Joan E. Donoghue sono state chiare. E vanno rispettate da entrambe le parti: "Secondo Donoghue, alcune delle denunce di violazione dei diritti umani presentate dal Sudafrica nei confronti di Israele a seguito delle azioni militari indiscriminate su Gaza, sono giustificate e, quindi, la richiesta di archiviazione di Tel Aviv è stata respinta. La Corte ha imposto a Israele di punire chi incita al genocidio, e di adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria urgenti e necessari ai palestinesi nella Striscia di Gaza. La Corte ha anche chiesto la liberazione immediata degli ostaggi da parte di Hamas. Ora le parti rispettino le richieste della Corte, incluso evitare ogni atto che violi la convenzione sul genocidio".

Boldrini ha quindi citato l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera Josep Borrell, per cui la pronuncia dell'Aja è vincolante e va sostenuta. "La comunità internazionale vigili sull'applicazione di quanto stabilito dall'AJA, in attesa del giudizio di merito e si faccia promotrice di un percorso di pace a partire dal cessate il fuoco", ha concluso.

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