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Il M5S pretende il rispetto degli impegni da Draghi, Conte: “Non abbiamo firmato assegni in bianco”

La lealtà del Movimento 5 Stelle per il governo Draghi c’è, ma non è incondizionata: “Non staremo ‘zitti e buoni’ se si tratta di difendere i nostri valori”, le parole di Giuseppe Conte intervistato dal Corriere della Sera a proposito delle misure, come il Reddito di cittadinanza, che si apprestano a essere riviste con la prossima manovra di bilancio. Per il leader pentastellato questo è il momento di garantire stabilità al governo. Perciò, non si sbilancia sulla partita del Quirinale: “Il totonomi rischia di diventare una distrazione per l’azione del governo”. E aggiunge: “Adesso, proiettare l’azione del governo oltre il 2023 è un azzardo”.
A cura di Giuseppe Pastore
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Da un lato il "nuovo corso" del Movimento 5 Stelle, che fa i conti con una perdita di consenso certificata dalle ultime elezioni amministrative. Dall'altro, la partita del Quirinale – su cui i pentastellati non si sbilanciano – e il loro ruolo all'interno del governo Draghi. Ad analizzare lo stato del Movimento è il leader Giuseppe Conte: "Siamo leali al governo, ma non abbiamo firmato assegni in bianco", ha detto in un'intervista al Corriere della Sera. L'ex premier non lo nega: c'è una "fase di tensione" all'interno della maggioranza, soprattutto in vista della manovra di bilancio attesa per questa settimana. Lì si deciderà il futuro di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza, due misure cardine del primo governo Conte. "Ho sentito Draghi – ha detto il leader pentastellato – il reddito verrà rifinanziato e modificato in base alle nostre proposte". E ha aggiunto: "Non staremo ‘zitti e buoni' se si tratta di difendere i nostri valori".

Conte: Leali a Draghi, ma pretendiamo il rispetto degli impegni

Insomma, la fiducia nel governo Draghi c'è ma non è incondizionata. Il Movimento pretende "il rispetto degli impegni" perché "le nostre – ha aggiunto Giuseppe Contenon sono bandierine, prova ne sia la proroga del superbonus che vale 12 miliardi di Pil all’anno". Parole che lasciano intendere una disponibilità del Movimento a confrontarsi con le altre forze di governo per rivedere anche la misura di contrasto alla povertà fortemente voluta dai pentastellati nel governo giallo-verde. Quanto a Quota 100, il meccanismo di pre-pensionamento su cui la Lega sta discutendo in queste ore per evitare un ritorno drastico alla Fornero "non ha retto l’analisi costi-benefici sulle casse pubbliche", il commento di Conte. "La soluzione migliore – ha aggiunto – è puntare a meccanismi di pensionamento anticipato graduati sulla diversa gravosità del lavoro". E non sarebbe una bandierina neanche il cashback che per il leader del Movimento può essere rivisto: "È importante per la digitalizzazione dei pagamenti e il contrasto all’evasione", ha detto al quotidiano.

La partita del Quirinale

E poi c'è il Quirinale. L'elezione del prossimo Presidente della Repubblica richiede numeri e quindi compattezza, ma il Movimento 5 Stelle non si sbottona. "Il totonomi rischia di diventare una distrazione per l’azione del governo", ha detto Conte che, sull'ipotesi di Draghi al Colle e quindi del voto anticipato, ha ribadito: "Il Movimento non pensa alle proprie convenienze ed è per questo che non vogliamo contribuire a distrarre il governo". Insomma, in questo momento si dovrebbe solo rispettare la fitta agenda dell'esecutivo: "A tempo debito daremo il nostro contributo per eleggere una personalità di alto valore morale" che certamente non sarebbe Berlusconi: "Non è lui il nostro candidato", ha precisato il leader del M5S. Eppure, l'orizzonte del dopo Mattarella non è così lontano. Come non è è lontano il prossimo appuntamento elettorale per il quale c'è chi rilancia l'ipotesi di sostenere Draghi oltre la scadenza naturale della legislatura per contrastare l'avanzata di Lega e Fratelli d'Italia. Ma anche discutere di questo sarebbe prematuro per l'ex premier: "Pensare adesso di proiettarne l’azione oltre il 2023 è un azzardo". A tempo debito, ha detto Conte "avremo le elezioni e mi auguro portino un solido governo politico costruito sulla maggioranza indicata dagli italiani, come avviene in tutte le democrazie occidentali".

M5S e PD, Conte: Reciproca dignità e autonomia

L'esito delle amministrative ha tessuto le basi per un'alleanza strutturale tra PD e M5S, ma di certo ha anche rivelato l'attuale stato di salute del Movimento, alle prese con una considerevole perdita di consenso rispetto alle elezioni politiche del 2018. Questo però non sconforta Giuseppe Conte: "Il processo di rilancio del M5S è solo all’inizio e già facciamo tanta paura – ha detto al Corriere – Occorrerà tempo per raccogliere il risultato della semina". E ha aggiunto: "Il dialogo con il Pd deve muovere dal riconoscimento della reciproca dignità e autonomia". Dopo il voto, le fibrillazioni politiche investono anche i nuovi posizionamenti che i vari partiti stanno cercando. "Al centro vedo tanta agitazione", ha detto Conte, riferendosi a ItaliaViva e Azione. Per l'ex premier "la stabilità di governo è un valore determinante", mentre, "dalle parti di Renzi e Calenda soffia un forte vento di instabilità".

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