Cosa cambia nel M5s dopo la Costituente: addio al Garante, via il tetto dei due mandati e sì a alleanze
Il voto della base è stato chiaro: per il M5s ora cambia tutto. La costituente avviata dal leader Giuseppe Conte per lanciare una fase nuova per il Movimento si è conclusa ieri, con le votazioni online e la comunicazione dei risultati alla kermesse ‘Nova', a Roma. La portata delle modifiche allo statuto chieste dagli iscritti è dirompente: via il limite dei due mandati, abolita la figura del Garante, ruolo fino ad ora ricoperto da Beppe Grillo, sì alle alleanze politiche. In pratica è passata la linea portata avanti da Giuseppe Conte, che per primo ha messo in discussione la sua leadership.
Al termine dell'evento, che si è svolto sabato e domenica al Palazzo dei Congressi dell'Eur, il capo politico si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Non mi sarei mai aspettato che il garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa. Un garante che ci ha detto da subito e lo ha ripetuto con pec e video che ci sono alcune cose di cui potete discutere e altre no. Questo ha creato un cortocircuito. Non è mai stato uno scontro del garante contro il sottoscritto".
Come cambia il Movimento 5 Stelle: no a limite dei due mandati
Oltre ad alcune questioni che riguardano temi strategici, come scuola, giustizia, transizione ecologica, sanità, evasione fiscale, i quesiti toccavano diverse proposte di modifica dello statuto. In primo luogo, il voto di ieri ha cancellato il tetto dei due mandati, intervento che permetterà a tanti big, esclusi dalle cariche istituzionali e rimasti fuori dal Parlamento, di rientrare. Tanti i volti noti, che da tempo sono fuori dai palazzi, e che sono pronti a una ricandidatura, anche se non lo dicono chiaramente. Si va dall'ex senatore e sottosegretario Andrea Cioffi, fino all'ex ministra Fabiana Dadone, passando per l'ex ministro Alfonso Bonafede e Paola Taverna, ex senatrice e vice presidente vicaria M5s, che ora ha il compito di coordinare i territori. Assenti invece Toninelli e Raggi. Si è espresso a favore della modifica della regola dei due mandati elettivi il 72,08% degli iscritti, mentre ha votato no il 25,40%.
Servirà un ulteriore voto dell'assemblea per definire nel dettaglio la norma e si aprono diverse opzioni: per il 79,29% lo stop al tetto dei due mandati si può consentire in deroga per la candidatura di sindaco o presidente di regione; per il 67,20% il limite è elevato a tre; per il 54,93% il limite è applicato limitatamente a ciascun livello istituzionale, e ancora per il 70,61% è possibile ricandidarsi dopo una pausa di cinque anni; per il 66,50% il calcolo deve tener conto solo di quelli portati a termine; per il 74,96% ci può essere la possibilità di deroghe da sottoporre a voto dell'assemblea; infine per il 64,82% si possono eliminare i limiti per il livello comunale.
Eliminato il ruolo del Garante
Il vuoto che decreterà un passo indietro di Beppe Grillo – che secondo lo storico spin doctor della comunicazione del Movimento 5 Stelle, Rocco Casalino, ora non potrà opporsi al risultato – è quello sul ruolo del Garante, figura che sarà cancellata dallo statuto. Con il 63,24% di voto favorevoli, gli iscritti del M5s hanno chiesto l'eliminazione del ruolo del Garante.
Un quesito chiedeva di indicare le diverse alternative al ruolo del Garante, le cui competenze non devono essere affidate ad un altro organo, secondo il 14,82%; vanno affidate al Comitato di Garanzia, per il 37,47%; dovranno essere affidate ad un organo collegiale appositamente eletto, per il 39,10%. Il restante 8,61% si è astenuto. Per l'ex presidente della Camera Roberto Fico però questo non va letto come un voto contro Grillo: "Non c'è dubbio che le cose cambiano, però Beppe Grillo è il fondatore del Movimento, insieme a Gianroberto Casaleggio. Il fondatore del Movimento non può essere qualcosa che si cambia", ha detto ieri intervistato da Fanpage.it, alla fine della kermesse.
"Politicamente dispiace che Grillo abbia deciso di opporsi a questo percorso di grande partecipazione dal basso, facendosi un po' fuori da solo. Io ho massimo rispetto per il voto degli iscritti e credo rappresenti una spinta ad essere sempre più uniti, senza voci contrastanti", ha detto oggi in una intervista alla Stampa, Paola Taverna. Secondo l'ex parlamentare, Conte "ha messo tutto se stesso in questo percorso, si è messo in discussione, in una votazione senza rete e questa assemblea gli ha confermato fiducia".
Ok alle alleanze politiche
Un altro terreno di scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, è stato quello delle alleanze con altri partiti. Secondo l'ex comico è un errore fare accordi con le altre forze, mentre Conte vorrebbe che il Movimento li valutasse. In merito al divieto di alleanze politiche, l'81,20% dei votanti ha detto no, solo il 13,87% vorrebbe che il M5s dicesse no. Astenuto il 4,93%.
In caso di alleanze politiche, queste devono essere condizionate a un documento che dichiari valori e punti programmatici non negoziabili, per l'82,70%; le alleanze politiche devono essere condizionate ad un accordo programmatico preciso per il 92,45%; mentre per il 68,47% le alleanze devono essere condizionate alla ratifica della base degli iscritti.
Il voto sul posizionamento politico del M5s
Uno dei quesiti riguardava anche il posizionamento politico del M5s. Va collocato tra ‘progressisti indipendenti' per il 36,70%; è una forza progressista per il 22,09% dei votanti; è una forza di sinistra secondo ll'11,53%; non deve avere nessun posizionamento per il 26,24; astenuto il 3,44%.
Cambia il ruolo del presidente
Il presidente del M5s non deve essere stato iscritto ad altri partiti politici nei dieci anni precedenti, secondo il 78,62%. Si chiede inoltre di ‘garantire pluralità e trasparenza nelle candidature al ruolo di presidente' (97,87%). Il ruolo di presidente del M5s sarà compatibile con quello di premier e quello di ministro. Il quesito era il seguente: ‘Ruolo Presidente incompatibile con incarichi di ministro, presidente del Consiglio o di una delle due Camere?'. Ha risposto ‘Sì' il 41,80%, ‘No' il 52,59%, si è astenuto il 5,61%.