Elezioni comunali 2019: M5S ritira il sostegno al suo candidato a Cagliari per post antiabortisti
Il Movimento 5 Stelle ha revocato l'appoggio ad Alessandro Murenu, il candidato sindaco pentastellato a Cagliari per le prossime elezioni comunali. Il suo nome è scomparso dalla lista che il Movimento aveva pubblicato sulla piattaforma Rousseau in seguito a delle polemiche, esplose sui social nelle scorse ore, causate da due post contro l'aborto e le unioni civili. "Siamo lontani anni luce dalle posizioni espresse al congresso di Verona e oggi torniamo sull’argomento per prendere le distanze da quanto affermato dal candidato a sindaco di Cagliari Alessandro Murenu. Ci vuole rispetto per la donna, ma soprattutto coerenza: se Murenu pensa davvero di associare rivendicazioni come quelle espresse a Verona contro la donna al simbolo del MoVimento, si sbaglia di grosso ed è fuori dal nostro progetto", ha comunicato in una nota il partito di Luigi Di Maio.
"Chi condivide le idee medievali di Verona non avrà il simbolo del M5s. Ci sono valori che fanno parte del nostro DNA, come l’idea di una donna che ha diritti e doveri identici a quelli dell’uomo. Nel lavoro, in famiglia, in amore", hanno poi continuato fonti pentastellate, specificando che la lista non era ancora stata depositata per cui a Murenu è stata revocata la certificazione e proibito l'uso del simbolo M5S. Il termine ultimo per la presentazione ufficiale della lista scade nella giornata di sabato alle ore 12. Il Movimento non ha abbastanza tempo per trovare un sostituto, per cui nessun candidato del Movimento correrà per la carica di primo cittadino a Cagliari il prossimo 16 giugno.
M5S: "Idee medievali". Murenu: "Sono state decontestualizzate"
Alessandro Murenu, 58 anni, cardiochirurgo dell'Azienda ospedaliera Brotzu, ha tentato di chiarire la sua posizione, affermando che le frasi sotto accusa sono state "prese a caso e totalmente decontestualizzate". Il suo profilo Facebook è stato cancellato, per cui i post in questione non sono più visibili direttamente: appaiono solamente degli screenshot e delle condivisioni da parte di altri profili. "Chiamare l'aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione femminile un diritto dell'uomo", compariva nella bacheca di Murenu, insieme ad altri post contro le unioni omosessuali e l'immigrazione. "Tutti coloro che prendono il Vangelo in mano per criticare le politiche sull’immigrazione, tutti coloro che lo prendono in mano per criticare il lusso della Chiesa sono invitati a prenderlo in mano anche quando si parla di aborto, eutanasia, matrimonio ecc…", scriveva ancora.
Murenu, cercando di dare una spiegazione alle polemiche, ha dichiarato: "La legge 194 non si tocca, così come non si torna indietro sui diritti delle persone omosessuali. La mia vita professionale e familiare testimonia questi valori, anche a difesa dei diritti dei migranti, ma prendo atto che con l’apertura della campagna elettorale si è messa in moto anche la macchina del fango. La mia vita, la mia professione, i miei rapporti lavorativi e personali parlano chiaramente a favore della massima tolleranza e rispetto delle persone, senza alcun pregiudizio".