Gli ultimi dati disponibili sono relativi alla fine di luglio: 86mila migranti ospitati nelle strutture di accoglienza, mentre altri 10mila posti saranno presto disponibili nell’ambito dello Sprar. Gli sbarchi sono stati circa 100mila nei primi 7 mesi del 2015 (nel 2014 furono 170mila), mentre si contano circa 2mila persone che hanno perso la vita in mare (pur nella difficoltà di fare un bilancio di questo tipo). Il piano europeo è attualmente in stand by, in attesa della risoluzione Onu (ma questo ve lo avevamo già detto) e della definizione chiara della ripartizione dei profughi tra gli Stati.
La questione immigrazione è da tempo al centro delle polemiche, oltre che di una campagna di disinformazione che non ha precedenti nella storia recente. Ne scriviamo da tempo: sui "fatti" che riguardano i migranti si è da tempo innescato un cortocircuito, con bufale e mezze verità, interpretazioni distorte e strumentali, propaganda e balle colossali che vengono rilanciate (quando non create) da politici, giornalisti e opinionisti. E, tanto per essere chiari, i social network c'entrano relativamente poco (il discorso è lungo e complesso e ci ritorneremo, per ora basterà dire che le più grosse idiozie le ascoltiamo nelle trasmissioni televisive di "approfondimento" e passano per politici e giornalisti).
Al netto di tutto, resta uno dei principali terreni di scontro tra le forze politiche. Normalmente si tende a tagliare in due il campo, fra i “pro” e “contro” i migranti, ma la realtà è molto più complessa e ricca di sfumature. E anche all’interno della maggioranza non mancano i distinguo sulla gestione Renzi / Alfano (Morcone) e sulle azioni da intraprendere a livello europeo. Complessità che non sembrano attraversare la Lega Nord, dove domina il verbo salviniano, Fratelli d’Italia (che ha elaborato qualche proposta, piuttosto rivedibile per la verità) e in generale le forze “ai due estremi” della scena politica italiana.
Diverso, a parere di chi scrive, il caso del Movimento 5 Stelle.
L’immigrazione è infatti uno dei terreni su cui si sta giocando una partita decisiva in casa grillina (gli altri sono la comunicazione politica, l’organizzazione interna e il “collaborazionismo”). Ma è anche la questione sulla quale sono venute alla luce le contraddizioni interne al progetto di Grillo e Casaleggio: assenza di riflessione ideologica, prassi basata su centralismo e decisionismo, utilizzo top – down dei social network, rinuncia a un vero strumento di democrazia diretta, difficoltà della classe dirigente di assumersi la responsabilità delle scelte, “strategismo” esasperato e clima da campagna elettorale perenne.
Il M5S non è mai stato lo “spazio aperto” che doveva essere (inizialmente anche nelle intenzioni di Grillo), ma è diventato un partito gerarchico e strutturato, con corpi intermedi e sottostrutture, la cui identità politica è affidata agli interventi del leader (o dei “capi carismatici”) più che alla discussione collettiva. Un luogo in cui le contraddizioni sono diventate “inevitabili”, anche in considerazione della eterogeneità delle provenienze di parlamentari, militanti, elettori e semplici simpatizzanti. Quando poi si tocca un punto nevralgico, come l’immigrazione, le contraddizioni sono sempre destinate ad acuirsi e le fratture preesistenti ad ampliarsi.
Ed è quello che è successo, con le tensioni che sono state aggravate dalle scelte controproducenti di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che hanno provato a blindare la linea, imponendo la loro narrazione, ma sono stati sconfessati più volte sia dai militanti (qualcuno ricorda la questione del reato di immigrazione clandestina) che dai parlamentari.
In molti etichettano come razzista la posizione del M5S, compiendo probabilmente lo stesso errore: generalizzare, forzare la mano ed eliminare distinguo e posizioni divergenti. C'è una componente razzista, benaltrista, populista e demagogica, non c'è dubbio. A parere di chi scrive, però, il grosso dei militanti 5 Stelle si riconosce in una forma confusa e discutibile di spontaneismo, dove “lo sfogo, la reazione imprevedibile si caratterizzano come prove di apprezzabile e legittima autenticità dal momento che il valore della sincerità ha preso il posto tradizionalmente occupato dalla verità”. Ed è il "piano della verità" a mancare completamente.
La sensazione è che Grillo sia realmente convinto della scelta di posizionare il Movimento 5 Stelle sulla linea del fronte anti – immigrati. E che si stia impegnando non poco per cercare di "spiegare" che non si tratta di una scelta "razzista" ma solo di "buonsenso", di quella realpolitik che il M5S peraltro rifiuta in tutti gli altri campi della discussione politica. Che su quella strada incontri Salvini, è considerato un mero accidente: nella sua lettura, c'è tanto spazio di manovra e tanta gente a cui parlare su questi temi e lasciare solo il segretario leghista significa commettere un errore tattico, clamoroso. Che poi questa linea paghi, aggiungiamo noi, è tutto da dimostrare.
Dunque, da una parte c'è Beppe Grillo, con il suo gruppo di fedelissimi e la sua linea intransigente: costruita tra un allarme per i "Kabobo d'Italia" e per la conseguente criminalità che dilaga nelle strade; nutrita a furia di bufale su imminenti pandemie (dall'allarme Ebola all'inquietante post "Tbc? No Grazie"); elaborata malgrado lo schiaffo sul reato di immigrazione clandestina (che non serviva prima e non serve adesso, per capirci); portata avanti nonostante debunking e inchieste avessero smontato "miti e false credenze"; sostenuta anche attraverso lo spauracchio Isis (qui Di Maio ci parlava del rischio che affiliati dello Stato Islamico sbarcassero con i barconi) ed utilizzata in maniera puntuale contro il Governo e la coppia Renzi – Alfano.
Come questo coacervo di propaganda e utilizzo strumentale di dati e fatti si sia trasformato in proposta politica è un mistero; fatto sta che più volte Grillo ha proposto la sua "soluzione" al problema migranti. Che riassumiamo in breve, aggiungendo le ultime "perle" del consigliere comunale di Torino Vittorio Bertola (di certo non un "integralista" grillino, a conferma di come la questione migranti abbia sparigliato completamente il campo):
- disdettare immediatamente il regolamento di Dublino che obbliga il rifugiato politico (che abbiamo comunque il dovere di accogliere) a permanere nel primo Paese in cui arriva
- stabilire degli uffici del ministero dell'Interno nei luoghi dove avvengono gli imbarchi per identificare le persone prima del viaggio e, se clandestini, impedirne l'imbarco
- difendere i confini nazionali […] con l'interdizione a qualunque mezzo di navigazione a ingressi non consentiti (i respingimenti, per farla breve, ndr)
- stretta sui permessi di soggiorno per protezione umanitaria
- sistemi per il rimpatrio forzato di coloro a cui viene respinta la domanda d’asilo
- maggiore sorveglianza nei centri di accoglienza
C'è però anche "un altro" Movimento 5 Stelle, che sostanzialmente gravita intorno al lavoro dei parlamentari e si nutre del sostegno di un folto gruppo di attivisti. Dal punto di vista "ideologico" la formulazione migliore l'ha data il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che commentando una mail da parte di un comitato anti immigrazione, scrive:
È la conseguenza di chi garantisce scelte facili per situazioni difficili, parlando a slogan o di ruspe. Non so se questa email sia una bufala o una realtà, ma sta di fatto che è comunque sconcertante qualsiasi sia la finalità. Di certo i razzisti questa volta hanno sbagliato a indirizzare minacce a #Parma: siamo la città medaglia d'oro alla Resistenza, e con una lunga tradizione di accoglienza e dal grande spirito civico
Il fenomeno che stiamo vivendo è epocale, non funzionano le soluzioni già utilizzate in passato perché è una situazione completamente diversa. Milioni di persone che scappano da guerre, violenze e fame, non saranno certo dei divieti o delle leggi a fermarle. Giusto discutere di proposte e soluzioni, senza farsi influenzare da paure e minacce.
Tale orientamento si concretizza, ad esempio, nel lavoro portato avanti da alcuni parlamentari ed elaborato da Manlio Di Stefano (parlamentare considerato invece vicino a Grillo). La proposta, che ha ugualmente trovato spazio sul blog di Grillo, appare molto più "moderata" e decisamente meglio strutturata, ma soprattutto è esente da quel "semplicismo" di cui è viziata la propaganda del capo politico del M5S. Nel presentarla, Di Stefano compie una meritoria operazione di debunking, smontando le leggende sui costi e sul numero degli sbarchi e ricordando quanto sia caro al malaffare il business dell'accoglienza, ma soprattutto non esita a centrare punti specifici e chiari:
- Chiarire giuridicamente la definizione delle varie categorie di richiedenti asilo al fine di evitare errori che prestino il fianco a lunghissimi ricorsi. Oggi la materia è parecchio confusa;
- Applicare immediatamente l'articolo 20 comma 3 decreto legislativo 25/08 che dice “allo scadere del periodo previsto per l'accoglienza è rilasciato un permesso di soggiorno fino alla definizione della domanda” così da permettere al richiedente di integrarsi già nel periodo d'attesa;
- Ripristinare la norma che consentiva di presentare ricorso in tutte le sezioni di tribunale e non solo in quelle delle zone in cui si trovano i centri d'accoglienza. Questo per evitare inutili sovraccarichi;
- Migliorare le commissioni territoriali
- Intraprendere la strada dell'accoglienza diffusa limitando al massimo i Centri di Accoglienza Straordinaria, superando i C.A.R.A. e i C.I.E. ed istituendo una regia centrale per gli S.P.R.A.R.
Inoltre, c'è anche una robusta componente del M5S che considera prioritario il salvataggio delle vite in mare e che pensa che di fronte a tale emergenza ci sia spazio e modo per collaborare con la maggioranza. La grande differenza rispetto agli integralisti grillini è però, lo ribadiamo, nell'approccio critico ai fatti e nell'opposizione alla propaganda della destra e di Matteo Salvini.
Tutto bene, dunque? Una forza politica che ospita posizioni differenti con un "ampio dibattito in corso", come si legge sul blog? Per nulla, invece.
Perché Beppe trucca le carte, fa pesare la sua influenza e indirizza la discussione. Come? Nella maniera peggiore possibile: con le "premesse" ai post dei parlamentari, con le omissioni, con i suoi interventi a gamba tesa e con i lanci sulle piattaforme social che cambiano completamente il senso originario delle riflessioni ospitate. Due esempi, scegliendo fior da fiore.
Il 19 ottobre del 2014 i senatori del M5S scrivono una nota sulla questione ebola che viene immediatamente ripresa dal blog di Grillo. I toni sono preoccupati, ma per nulla irresponsabili: si citano dati aggiornati e si chiede al Governo di aprire un tavolo con un’azienda farmaceutica per avere accesso rapido ad un vaccino in fase di sviluppo e sperimentazione; infine si chiede che i media facciano una corretta informazione sul tema.
Grillo, che invece avrebbe optato per un felicissimo “Renzi l’ebolino”, come presentava il pezzo? Con un meraviglioso titolo “Ebola a Roma?”. E il post su fb era di quelli che…
Ma sul blog sanno fare anche di meglio e lo hanno dimostrato proprio nel postare il pezzo di Di Stefano di cui vi parlavamo prima. Prima di tutto si sceglie un titolo "I #clandestini sono il nuovo oro nero", che non c'entra nulla col pezzo e che serve solo a predisporre negativamente il lettore nei confronti dei richiedenti asilo e dei migranti in generale (si noti il termine "clandestini", che ovviamente è completamente fuori contesto). Poi si scrive una premessa di questo tipo:
I clandestini sono il nuovo oro nero per le mafie e per le cooperative, non vengono identificati anche per anni, nonostante le norme internazionali per i profughi siano di tre settimane, e stazionano sul nostro territorio con costi pari a 1.050 euro al mese che ovviamente non vanno a loro ma alle mafie e ai politici di collegamento. E' una sorta di finanziamento clandestino alle cooperative collegate con i partiti e con le mafie.
Perché mettere questa roba in cima ad un pezzo che ospita una riflessione pacata e sensata, con proposte concrete nel merito? Magari per lanciarlo così, con titolo cambiato e senza nessun riferimento al tema:
Ma si può fare ancora meglio. Perché nel caso in cui capiti che, contro i tuoi desideri, uno di questi post venga comunque considerato, condiviso ed "usato contro di te", si può sempre ricorrere ai "penultimatum". E così, ecco la reprimenda pubblica nei confronti di Maurizio Buccarella, colpevole di aver ipotizzato che il post di di Stefano possa essere "linea" del M5S:
Il cittadino portavoce al Senato Buccarella, in un post su Facebook relativo all’intervento sull’immigrazione firmato dal cittadino portavoce al Consiglio Comunale di Torino Bertola, ha parlato di post scritto da chi "non conosce a fondo la materia" aggiungendo che "la posizione del M5S in tema di immigrazione e politiche di accoglimento e respingimento di stranieri, è quella del post qui linkato". Va ricordato al cittadino Buccarella che nel Movimento 5 Stelle non esistono gerarchie, tipiche invece dei partiti. Non c’è differenza fra un portavoce consigliere comunale e un portavoce senatore. Nel Movimento 5 Stelle esistono posizioni e discussioni, come quella in corso sull'immigrazione.
Ovviamente, ci sono altri metodi, più subdoli e deprecabili per orientare l'opinione dei militanti grillini.
Si può legare la parola "clandestini" a "topi e spazzatura" (salvo poi fare marcia indietro…senza scusarsi, ci mancherebbe):
Che sia razzismo, stupidità o propaganda conta relativamente poco. E, ma questa prendetela come una semplice opinione personale, non pagherà nemmeno in termini di consenso.