Il M5s deposita la mozione di sfiducia contro la ministra Santanché: cosa succede ora
Il Movimento 5 Stelle ha depositato la mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo Daniela Santanché, attorno a cui ruota l'incognita delle dimissioni, dopo la notizia del rinvio a giudizio con l'accusa di falso in bilancio per il caso Visibilia . "Torniamo a chiedere ancora una volta che la ministra Santanchè lasci il suo incarico e per questo abbiamo depositato, sia alla Camera, sia al Senato, una mozione di sfiducia individuale", hanno fatto sapere in una nota i capigruppo Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli.
Il rinvio a giudizio della ministra "evidenzia per l'ennesima volta l'inopportunità politica e la gravità della sua condotta. Il Parlamento ha il dovere di non chiudere gli occhi davanti a comportamenti di questo tipo. Giorgia Meloni, salvando Santanchè già una volta, ha leso la reputazione del Paese. Ora basta", hanno ribadito.
In attesa del 20 marzo, data in cui è fissata prima udienza del processo che coinvolge Santanché, le opposizioni chiedono le dimissioni immediate. "Ora basta", ha sottolineato anche Giuseppe Conte su X. "Abbiamo presentato una nuova mozione di sfiducia contro la Ministra Santanchè, metteremo di nuovo il Governo con le spalle al muro di fronte al Parlamento e agli italiani". Un'altra mozione infatti, era stata presentata dai 5S lo scorso anno a seguito dell'altra indagine a carico della ministra, quella per truffa ai danni dell'Inps.
La Camera, alla fine, aveva respinto la mozione bocciandola con 213 voti contrari. "Se pensano di far finta di nulla come al solito si sbagliano di grosso. Meloni che urlava allo scandalo e chiedeva dimissioni per tutti ha perso di nuovo la voce di fronte ai suoi amichetti di partito? È da mesi che deve imporre a Santanchè di uscire dal Governo. Non possiamo permetterci alla promozione del Turismo e del nostro Paese una Ministra rinviata a giudizio per falso in bilancio e con una pesantissima inchiesta per truffa allo Stato sui fondi Covid", ha rimarcato Conte.
A pesare sulle spalle della ministra c'è anche un terzo filone di inchiesta, quella sull'ipotesi di bancarotta fraudolenta legata alla società di bio-food Ki Group srl, di cui Santanché è stata presidente fino al 2021. "Fratelli d'Italia ci dava dei criminali sulla gestione della pandemia, ora restano in silenzio di fronte a pesanti accuse che riguardano esponenti del loro partito e l'uso che hanno fatto dei soldi che noi abbiamo stanziato per lavoratori e imprese. Sono senza vergogna", ha commentato il leader.
Cosa dice la nuova mozione di sfiducia a Santanché presentata dal M5s
La mozione è stata depositata in entrambe le camere. "Il turismo – settore chiave per l’economia e per l’immagine dell’Italia nel mondo – non può continuare ad essere affidato ad una persona che ormai da troppo tempo risulta citata a vario titolo in vicende di carattere civile, fallimentare, fiscale o, potenzialmente, persino di rilievo penale, vicende che si stanno accumulando in modo preoccupante ed i cui sviluppi nel tempo stanno arrecando importanti danni all’immagine del Paese", si legge nel testo.
"A partire dall’autunno del 2022, infatti, la ministra Santanchè è stato oggetto di numerose inchieste giornalistiche e della magistratura riguardanti svariate e complesse situazioni delle società a lei riconducibili. In ragione dell’emergere progressivo di tali vicende, la Ministra è stata chiamata a riferire in Senato nella seduta del 5 luglio 2023, che ha avuto luogo dopo reiterate richieste da parte delle opposizioni e forti pressioni della sua stessa maggioranza. Già in quella sede i parziali chiarimenti resi della Ministra sono apparsi insufficienti a fugare i dubbi sull’opportunità della sua permanenza al Governo e sono stati successivamente smentiti sia dalle verifiche svolte dai giornalisti autori delle inchieste sia, oggi con tutta evidenza, dalle indagini svolte dalla magistratura", prosegue la mozione.
A dispetto di quanto sostneuto da Santanché, che negli scorsi giorni aveva parlato di un processo "da imprenditrice" e senza alcuna "rilevanza politica", "occorre evidentemente ribadire come a nulla rilevi il fatto che le indagini e le vicende riguardanti la Ministra non riguardino le sue funzioni ministeriali", ricordano i 5S. "Ciò non solo perché le mozioni di sfiducia sono atti politici e non sono limitabili ai soli casi di reati ministeriali, come i precedenti attestano, quanto piuttosto perché a detta di molti commentatori è parso emergere un modello imprenditoriale incline a considerare le regole del mercato e quelle relative ai diritti sindacali e previdenziali, come orpelli o impacci", si legge ancora.
Ad oggi "qualsiasi atto diverso dalle dimissioni, risulterebbe ancor più illogico alla luce del rinvio a giudizio e di quanto emerso circa i vari procedimenti giudiziari, di natura e gravità delle più varie, di cui si è resa protagonista", prosegue il M5s, che ritiene "assolutamente inopportuno che un Ministro in carica debba dividere il proprio tempo tra il dicastero cui è preposto e le aule processuali per un tempo indefinito".
"Ferme restando le eventuali responsabilità personali che verranno accertate nelle sedi opportune, la credibilità della Ministra Santanchè appare fortemente compromessa e le ultime notizie pongono un ulteriore pregiudizio sulla sua idoneità a continuare a svolgere serenamente le delicate funzioni alle quali è chiamata", continua la mozione, che ricorda il dovere – sancito dall'articolo 54 della Costituzione – di svolgere, per chi ricopre incarichi pubblici, le proprie funzioni con disciplina e onore.
Le vicende che hanno coinvolto la ministra soggettiva esporrebbero l'Italia "a situazioni perniciose derivanti dai rischi di una inopportuna commistione di interessi pubblici e privati, finendo col danneggiare il settore" del turismo. "È a questo punto imprescindibile che l’immagine del nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate", conclude il testo, che impegna la ministra a rassegnare le proprie dimissioni.
Cosa succede ora: i possibili scenari per Daniela Santanché
Una volta depositate, le mozioni verranno discusse in Parlamento e votate, probabilmente nei prossimi giorni. Per ora però, sembra difficile che passino. Lo scenario più probabile, come accaduto lo scorso anno, è che vengano respinte.
Infatti, anche se finora da Fratelli d'Italia non c'è stata nessuna presa di posizione e Meloni non ha commentato la vicenda, gli alleati di Lega e Forza Italia hanno ribadito il loro sostegno alla ministra. Per questo motivo, salvo sviluppi inattesi, è improbabile che la mozione riesca a raggiungere i numeri necessari per essere approvata.
Le implicazioni politiche però restano e spetterà a Meloni, sulla base anche dell'evolversi dei procedimenti a carico della ministra, valutare come agire nei confronti di Santanchè. La questione, per il momento, resta sospesa.