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Autonomia differenziata delle Regioni

Il M5s chiede a Mattarella di non firmare la “riforma Spacca Italia” sull’Autonomia differenziata

In una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Movimento 5 stelle ha invitato il capo dello Stato a non promulgare il ddl sull’autonomia differenziata delle Regioni: “La riforma è figlia di un esasperato regionalismo spinto al limite della secessione, quella dei ricchi”.
A cura di Luca Pons
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La riforma sull'autonomia differenziata che il Parlamento ha approvato definitivamente questa settimana "dissolve l’unità del Paese e manda in frantumi la solidarietà nazionale. Con questa premessa si apre la lettera aperta che il Movimento 5 stelle ha rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pubblicandola sul proprio sito. Il M5s si è opposto duramente alla legge come il resto della minoranza, e già circola l'idea di una raccolta firme per un referendum abrogativo. Ma, prima ancora, il Movimento ha deciso di provare a intervenire bloccando l'ultima fase dell'iter: la promulgazione del capo dello Stato e poi la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

L'approvazione della riforma ha portato a proteste da più parti (con un parere critico anche dall'Ue), che hanno messo in evidenza i rischi per le prestazioni sanitarie e non solo. Alla base della contestazione c'è l'idea che la legge violerebbe la Costituzione. E proprio l'articolo 74 della Costituzione prevede che il presidente della Repubblica possa scegliere di non firmare una legge e rinviarla alle Camere, una volta sola, spiegando il perché in un "messaggio motivato". Questo è ciò che ha chiesto il M5s, sottolineando che "la riforma è figlia di un esasperato regionalismo spinto al limite della secessione, quella dei ricchi, a danno dei cittadini che vivono nelle aree del Paese meno dotate di infrastrutture e servizi".

"I diritti della persona, quale il diritto alla salute, che l’art. 32 della Costituzione definisce ‘fondamentale', non saranno più garantiti in condizioni di uguaglianza in qualsiasi parte del territorio nazionale", ha insistito il M5s, perché con l'autonomia ci saranno "condizioni di variabilità e disuguaglianza" in base "al certificato di residenza". Anche il diritto all'istruzione "sarà coinvolto", dato che lo Stato perderà "il potere esclusivo di dettare le regole generali". Questo spezzerà " l’identità dei valori sulla quale si fonda l’unità nazionale", andando anche contro "l’art. 5 della Costituzione, che garantisce l’unità e l’indivisibilità della Repubblica", e trasformandolo in una "formale e patetica proclamazione".

In questa situazione, quindi, il presidente Mattarella dovrebbe esercitare il suo potere di rinvio alle Camere, che "rappresenta una funzione di controllo preventivo", utile a garantire  la "coerenza del sistema costituzionale e democratico". Quella stessa coerenza che ora viene "potenzialmente compromessa dal disegno di legge in questione". L'appello, quindi, è chiaro: "La preghiamo di voler valutare l’opportunità di esercitare la Sua prerogativa costituzionale, proprio per salvaguardare il complessivo assetto democratico".

Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera dei pentastellati, ha dichiarato: "I nostri parlamentari stanno lottando in ogni modo, fuori da questo palazzo e dentro, per fermare questo abominio. Grazie a questa legge, purtroppo, le Regioni saranno più sole e non più autonome, e anche i loro cittadini". Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato, ha aggiunto: "Questa legge spacca il Paese, distrugge lo Stato sociale, renderà più povere le zone povere e più ricche le zone ricche".

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