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Il leghista Sasso: “Patriarcato? Magari, uomo sarebbe figura forte. Invece è debole e uccide per un rifiuto”

“Magari ci fosse una società patriarcale. L’uomo sarebbe una figura forte e un punto di riferimento, invece abbiamo uomini deboli che picchiano, umiliano o uccidano le donne in caso di rifiuto”: sono le parole del deputato della Lega, Rossano Sasso.
A cura di Annalisa Girardi
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Non c'è alcun patriarcato. Lo ha detto il deputato leghista, Rossano Sasso, parlando di violenza di genere e di educazione affettiva durante la puntata di ZTL, su Radio Giornale Radio: "Magari ci fosse davvero una società patriarcale, perché l'uomo sarebbe una figura forte e un punto di riferimento, invece abbiamo uomini deboli che picchiano, umiliano o uccidano le donne in caso di rifiuto. L'uomo debole quindi tutto il contrario del patriarcato", ha detto.

Sulle parole di Gino Cecchettin a Che Tempo Che Fa, che aveva chiesto a tutti gli uomini di assumersi la responsabilità del cambiamento, l'ex sottosegretario all'Istruzione ha detto: "Non entro nelle polemiche sul caso di Gino Cecchettin, dico solo che io avrei reagito diversamente, soprattutto riguardo a chi vuole strumentalizzare la sua figura per dire che tutti i maschi sono colpevoli. Se vuole diventare una figura politica, deve aprirsi alle critiche politiche. Così com'è successo a Ilaria Cucchi".

Sasso ha anche parlato del tema dell'educazione affettiva nelle scuole, che ha innescato non poche polemiche soprattutto dopo la scelta del ministro Giuseppe Valditara di affidare la guida del progetto anche all'ex deputata democratica Anna Paola Concia, da sempre in prima linea per la tutela dei diritti della comunità Lgbtq+. Le critiche sono state talmente tante da costringere Valditara a fare dietrofont. "Valditara è un ottimo ministro – ha detto Sasso – ha agito con troppa buonafede. Noi da destra sbagliamo se non ascoltiamo le richieste di sensibilizzazione da parte della società, ma dobbiamo rispondere a modo nostro. Non dobbiamo piacere a tutti i costi alla sinistra".

E ancora: "Il ministro ha peccato di buonafede nel volere costruire un team con sensibilità diverse". Per poi parlare dell'essenza stessa del progetto, affermando: "Lo Stato non può e non deve sostituirsi alla famiglia dell'educazione all'effettività. È anche vero che in molte famiglie o non c'è proprio l'affettività o ci sono genitori assenti e lì in automatico, è sempre stato così, le maestre e i maestri delle elementari diventano come dei secondi genitori. C'è un sottile equilibrio".

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