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Il Jobs act rimane uguale: niente stretta sui contratti a termine né aumento indennità per licenziamento

Il pacchetto lavoro, proposto al Senato dal presidente della Commissione Cesare Damiano e volto a modificare alcune norme del Jobs Act, è saltato: non verrà modificata la durata massima dei contratti a termine e non verrà aumentato il numero di mensilità minime destinate ai lavoratori licenziati senza giusta causa.
A cura di Charlotte Matteini
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Niente modifiche al Jobs Act: gli emendamenti alla legge di bilancio avanzati per approntare alcuni cambiamenti alla riforma del lavoro varata tre anni fa dal governo Renzi sono stat "respinti" per mancanza di accordo politico. In sostanza, le modifiche del "pacchetto lavoro" proposte al Senato, che avrebbero da un lato ridotto la durata massima dei contratti a termine e delle proroghe (da 36 a 24 mesi) e dall'altro innalzato il numero di mensilità minime da corrispondere al lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa (da 4 a 8), sono saltate nonostante nei giorni scorsi sembrava si fosse raggiunto un accordo politico. A pesare sulla decisione anche il fatto che i tempi per l'ok alla legge di Bilancio, che dovrebbe arrivare domani in Aula, sono molto stretti e dunque, su indicazione del governo e del relatore alla manovra, il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha ritirato l'emendamento che portava da 4 ad 8 le mensilità minime da pagare al lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa: "L'esecutivo sta compiendo un errore che non è di poco conto. La prossima legislatura dovrà affrontare questo problema perché in Italia licenziare costa troppo poco ed è diventato troppo facile", ha spiegato Damiano, commentando la decisione.

Nulla di fatto per il Jobs Act in legge di bilancio, ma numerosi sono invece i cambiamenti che la manovra del 2018 conterrà: cambia infatti la Web Tax, l'imposta sulle transazioni digitali, che passa dal 6%, così come fissato al Senato, al 3% e non viene allargata al commercio. La stima è un gettito pari a 190 milioni all'anno.

Per quanto riguarda il Canone Rai, la manovra conferma anche per il 2018 l'importo a 90 euro. Il bonus bebè rimarrà così com'è, per un anno, ma per i soli nati nel 2018. La manovra prevede inoltre un innalzamento da 2.841 a 4.000 euro del limite di reddito complessivo per considerare i figli lavoratori fiscalmente a carico dei genitori, ma la norma probabilmente sarà valida solo per i ragazzi fino ai 24 anni e oltre quell'età rimarrà in vigore quella attuale.

Un emendamento ha inoltre istituito un fondo ad hoc per aiutare i Comuni negli interventi di demolizione degli abusi edilizi e la creazione della banca dati dell'abusivismo: stanziati 5 milioni per il 2018 e per il 2019 mentre 500 mila euro nel 2019 saranno a disposizione della banca dati. In caso di ritardi nell'inserimento delle informazioni su illeciti e relativi provvedimenti emessi previste multe fino a 1000 euro per i funzionari inadempienti.

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