Il governo vuole scorporare le spese per la Difesa dai vincoli di bilancio
L'aumento della spesa militare al 2% del Pil è da più di un anno fonte di discussione e scontro tra le forze politiche. Da un lato c'è chi insiste per rispettare gli impegni presi con gli alleati Nato, dall'altro c'è chi sottolinea che stanziare ulteriori fondi per la Difesa significa tagliare da altre parti. E dopo i mesi difficili, tra pandemia, inflazione e crisi energetica, non c'è sicuramente molto margine.
Alla prossima riunione Nato, che si terrà a Vilnius, sulla questione del 2% del Pil per la Difesa "alla fine saremo il Pierino dell'Alleanza", ha detto il ministro Guido Crosetto alle commissioni riunite di Camera e Senato, sottolineando di aver già spiegato nel vertice di Bruxelles ai suoi omologhi come per l'Italia sia difficile arrivare a questa quota e, allo stesso tempo, rispettare tutti i parametri economici dell'Unione europea. "Ieri mi sono limitato a dire che stante la situazione finanziaria e i vincoli dell'Europa sul bilancio è difficile da raggiungere questa quota. Che tra l'altro è considerata punto di partenza. La Polonia investe il 4%, l'Inghilterra ha detto che dobbiamo mettere il 3%. Noi oggi siamo all'1,3%. L'unica persona che ieri alla Nato ha detto che il 2% è difficile da raggiungere è stato il sottoscritto", ha detto.
Per poi proporre di scorporare la voce di spesa per la Difesa dal resto del Bilancio. "Escludere queste spese dal vincolo di bilancio, consente di investire nei settori dove c'è crisi reale, su sociale, sanità, interventi economici", ha detto, per poi sottolineare che "la scelta di destinare il 2% del Pil alle spese della Difesa non è stata fatta né da me né da questo governo, ma risale al 2014 ed è stata ribadita da tutti i governi".
Il ministro Crosetto, nella sua audizione, ha parlato anche dell'andamento della guerra in Ucraina. "Ho parlato di tempi lunghi della guerra in Ucraina, auspicando di sbagliarmi, ma guardo a quello che succede, sento le dichiarazioni dalla Russia che non ha alcuna intenzione di abbandonare le aree occupate. Auspico un cessate un fuoco, che non significa la fine della guerra, il giorno in cui cesseranno le armi si potrà iniziare un ragionamento, ma oggi non mi pare ci siano le condizioni. Ogni giorno cadono bombe, tutti i giorni c'è un attacco aereo", ha proseguito. Per poi comunicare che dall'Ucraina, oltre a nuove armi, è arrivata anche la richiesta di attrezzatura da difesa contro gli attacchi nucleari: "Abbiamo dato aiuti, sono arrivate richieste specifiche anche di cose molto più preoccupanti, tipo attrezzature da difesa contro attacchi nucleari, batteriologici e chimici".
Infine il ministro della Difesa ha concluso il suo intervento precisando che il governo di centrodestra non ha alcuna intenzione di reintrodurre la leva obbligatoria. "Il ripristino della leva è una scelta politica, che richiede una legge e una copertura finanziaria. Ssignificherebbe cambiare completamente l'organizzazione delle nostre forze armate, oggi incentrata sui volontari. Non fa parte della mia agenda e di quella del governo".