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Il governo vuole introdurre una norma penale per punire gli youtuber con il carcere fino a 5 anni

Il governo prepara una norma ad hoc per la “stretta sugli youtuber” dopo il caso di Casal Palocco: fino a cinque anni di carcere per chi “esalta condotte illegali” o “istiga alla violenza” sui social.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo Meloni vuole introdurre una nuova norma. Un altro reato da aggiungere al codice penale. Stavolta – dopo gli organizzatori dei rave party, i manifestanti contro il clima e la carne sintetica – nel mirino finiscono gli youtuber, tanto che da questa mattina si parla di una "stretta" da introdurre il prima possibile. Sempre per dare la percezione che, appena succedono le cose, il governo interviene. Anche se la proliferazione delle norme penali non sembrava proprio una priorità del ministro della Giustizia. L'incidente di Casal Palocco – in cui è morto il piccolo Manuel – ha sconvolto l'opinione pubblica, e l'esecutivo ha deciso: è il momento della stretta contro i creatori di contenuti online.

Il contenitore legislativo da utilizzare per introdurre la norma, secondo quanto anticipa il Messaggero, potrebbe essere il disegno di legge anti-baby gang fortemente voluto dalla Lega e da Matteo Salvini. Nel testo, che recentemente è stato incardinato in commissione Giustizia al Senato e deve ancora cominciare il suo iter, potrebbe essere inserito un articolo ad hoc per intervenire contro gli youtuber.

La nuova norma andrebbe a punire chi, maggiorenne o meno, "esalta le condotte illegali" o "istiga alla violenza". L'esempio che viene fatto è quello delle corse spericolate in automobile. Chi posta questi video e guadagna attraverso le piattaforme social grazie ai suoi contenuti, rischierebbe fino a cinque anni di carcere.

L'obiettivo, spiegato dal sottosegretario leghista Andrea Ostellari, è "evitare l'effetto moda generato da chi compie bravate sul web". L'intervento, a livello normativo, consisterebbe in una modifica dell'articolo 414 del codice penale, e cioè l'istigazione a delinquere: qui verrebbe introdotta una nuova fattispecie di reato, per punire chi utilizza gli strumenti digitali con questo scopo.

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