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Il governo vuole finanziare Quota 103 tagliando la rivalutazione delle pensioni più alte

Per finanziare Quota 103 per andare in pensione anche nel 2024, il governo sta ragionando su un taglio della rivalutazione per il prossimo anno, ma solo sugli assegni più alti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Al ministero dell'Economia si fanno e si rifanno i conti. Ma di soldi per finanziare Quota 103, non ce ne sono proprio. Niente paura: il governo prolungherà di un altro anno lo scivolo per andare in pensione ed evitare che dal primo gennaio scatti nuovamente la legge Fornero pura, ma al Tesoro si sta ancora cercando di capire con quali fondi coprire la misura. La strada sulla previdenza è già decisa: rinnovo di Quota 103, proroga di Ape sociale (forse con un leggero ampliamento delle categorie considerate usuranti, e quindi meritevoli di una pensione anticipata) e Opzione donna. Su quest'ultima, tra l'altro, ancora non si è capito cosa voglia fare il governo: dovrebbe sparire il criterio dei figli – che permetteva di scendere da 60 a 58 anni – ma non quello delle categorie (caregiver, licenziate, disabili) che ha ridotto drasticamente la platea.

Perciò, in sostanza, anche il prossimo anno chi vorrà andare in pensione in anticipo potrà farlo solo se avrà maturato 41 anni di contributi a fronte di almeno 62 anni di età anagrafica. Insomma, nessuna Quota 41 pura, ancora, ma con il limite dell'età. Parliamo della stessa misura in vigore nel 2023, che dovrebbe essere semplicemente prorogata così com'è. Il problema sono i soldi.

Tutti gli interventi sulle pensioni che il governo vorrebbe mettere a terra costeranno, più o meno, un miliardo di euro. Non c'è la possibilità di prenderli dallo scostamento di bilancio, né da altre entrate previste. Perciò al Tesoro è spuntata l'idea di finanziare le misure tagliando la rivalutazione per gli assegni più alti. In teoria, dal primo gennaio, scatta la rivalutazione dell'importo delle pensioni in base al livello di inflazione. L'esecutivo vorrebbe – come fatto in parte già lo scorso anno – garantire una rivalutazione piena dell'assegno solo a chi riceve una pensione quattro volte la minima. Poi, dai 2.101,52 euro in su, per capirci, si scende in percentuale. Tanto che già lo scorso anno, ad esempio, chi ha una pensione superiore a dieci volte la minima ha ricevuto una rivalutazione del 32%. Ora il governo è disposto a tagliare ulteriormente, per garantire ai lavoratori di poter andare in pensione in anticipo anche l'anno prossimo.

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