Il governo vuole aumentare la spesa militare di oltre 10 miliardi, ma non dice da dove prenderà i soldi
L'Italia aumenterà la propria spesa militare, lo ha ribadito anche Giorgia Meloni. Per arrivare al 2% del Pil, obiettivo fissato dalla Nato, dovrebbe mettere sul tavolo oltre dieci miliardi di euro in più rispetto a quanti non ne investe già. È la stima che fa Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne di Rete italiana pace e disarmo, in un'intervista con Fanpage.it: "I nostri calcoli ci dicono che oggi l'Italia spende un po' meno dell'1,5% del Pil, la Nato fa un conteggio che secondo noi non scorpora bene tutto. Ma al di là del numero preciso, sicuramente l'Italia non è al 2%. Per arrivare a questa cifra dovrà chiaramente aumentare la spesa militare: noi lo valutiamo nell'ordine dei 12-13 miliardi, secondo la Nato sarebbero 11. Sicuramente stiamo parlando di oltre 10 miliardi in più, se vogliamo arrivare al 2%. E saranno strutturali, non sarà un aumento una tantum".
Insomma, un aumento decisamente rilevante, sottolinea Vignarca: "Stiamo parlando di un sacco di soldi, che vanno tolti da qualche parte. Perché purtroppo le risorse non sono infinite. È una scelta legittima, ci mancherebbe, il governo la può fare. Però deve dire che significa sottrarre risorse a qualcos'altro. O comunque non aumentare le risorse ad altri campi: perché se si decide di aumentare di 12 miliardi, non si può aumentare di 12 miliardi anche quella sulla sanità o sull'istruzione".
"Al di là dell'aumento, noi abbiamo criticato proprio il concetto di base che utilizza il Pil. Fare il rapporto con il Pil non ha senso. Non è un dato che permette di pianificare, innanzitutto. Può essere soggetto a cambiamenti, come accaduto ad esempio in pandemia", sottolinea ancora Vignarca, affermando che non abbia alcun senso impostare degli obiettivi di bilancio su un dato che all'inizio dell'anno è impossibile conoscere. Un obiettivo, che comunque, sarà destinato a crescere: "Al prossimo vertice Nato di Vilnius secondo alcune fonti verrà messo nero su bianco che il 2% è la soglia minima. Se prima era considerato il punto di arrivo, ora potrebbe diventare il punto di partenza".
Secondo le stime dell'Osservatorio Milex già nel 2023 si registrerà un aumento della spesa militare pari a circa 800 milioni. "Nella prossima legge di Bilancio ci aspettiamo che sia ancora più elevato. E se si vuole aumentare la spesa in poco tempo l'unica cosa che si può fare è comprare armi. Se si vuole arrivare al 2% in quattro anni, come avrebbe intenzione di fare il governo, vuol dire che si comprano armi. Non si possono spendere oltre 10 miliardi di euro in più all'anno in altri modi".
Del resto, come ha sottolineato l'Osservatorio Milex, le armi che l'Italia sta inviando in Ucraina dovranno essere ricomprate. "La questione ucraina dà una scusa per poterlo fare. Sia perché dobbiamo riempire nuovamente i magazzini, sia perché si dice che dobbiamo riarmarci nel timore della Russia", dice Vignarca, sottolineando che però non è una paura che ha ragione di esistere. Perché l'Occidente, negli ultimi anni, ha speso molto più della Russia in armi e Difesa. "Dal 2014 in poi la Nato ha speso migliaia di miliardi. Solo l'Unione europea ha speso quattro volte più della Russia negli ultimi anni. La Russia ora è in una situazione militare complessa, perché dovremmo andare a spendere ancora di più? O abbiamo investito male negli ultimi anni, oppure la paura della Russia è solo una scusa per favorire gli interessi del settore delle armi".
C'è una cosa di cui bisogna dare atto all'intervento di Meloni in Parlamento, dice Vignarca. Cioè il fatto di, per usare le parole della presidente del Consiglio, "metterci la faccia" sull'aumento della spesa militare. "Prima la spesa militare in effetti la aumentavano senza dirlo. Negli ultimi anni la crescita c'è stata: se guardiamo anche l'acquisto dei sistemi d'arma nel 2019 l'Italia spendeva meno di cinque miliardi, l'anno scorso ne ha spesi più di otto. Insomma, una crescita rilevante in poco tempo, ma questa cosa è sempre stata fatta tentando di nasconderla. Anche perché si sa che la maggior parte degli italiani è contraria, ce lo dice anche un sondaggio di Greenpeace. Ma la guerra ha cambiato un po' questa retorica, i governi ora lo dicono apertamente che spendono di più in Difesa".