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Il governo tira dritto sulla separazione delle carriere, Nordio: “Proposta prima dello stop estivo”

Il ministro della Giustizia ha chiarito che la separazione delle carriere dei magistrati resta un tema all’ordine del giorno: “Ne parleremo alla prossima riunione di maggioranza – ha detto Nordio – prima delle vacanze estive”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il ministro Nordio tira dritto e il governo Meloni con lui: la separazione delle carriere dei magistrati si farà, al di là dello scontro che continua a consumarsi in queste ore con le toghe. Non c'è ancora una data precisa per la messa a terra della riforma, ma poco cambia. È un obiettivo di legislatura, ma i tempi sono maturi e il Guardasigilli punta a portare il testo già ai prossimi incontri di governo, prima della fine dell'estate: "Attualmente non abbiamo calendarizzato la proposta della separazione delle carriere – ha spiegato Nordio a un convegno – Probabilmente la porteremo nella prossima riunione di maggioranza, che sarà prima delle vacanze estive, per definire le tempistiche, perché una proposta governativa che incida su una riforma costituzionale dev'essere collegata ad altri tipi di riforme che dipendono anche da considerazioni di ordine politico".

Il ministro ha perciò tracciato la rotta: una riforma costituzionale più ampia, da incastonare in una serie di altri provvedimenti per rivedere l'ordinamento giudiziario. "Spero che si inizi nel più breve tempo possibile", ha aggiunto Nordio. "Vi è una seconda opinione che ritiene che la separazione delle carriere, così come la modifica del Consiglio superiore di magistratura, possano essere fatte con leggi ordinarie – ha spiegato ancora il Guardasigilli – Sarebbe molto bello poter procedere con le riforme abbreviate della legge ordinaria, ma dal mio punto di vista per avere una riforma realmente radicale, sia per la separazione delle carriere sia per la composizione della nomina del Csm, occorre una revisione costituzionale".

Per una riforma costituzionale, com'è noto, i tempi sono più lunghi per via della procedura aggravata. Anche se, con l'appoggio del Terzo polo, il centrodestra potrebbe pensare di avere i numeri per risolverla in maniera più rapida. Nel frattempo la tensione aumenta e la maggioranza parla chiaro: non è il momento di "piegarsi" o "sottomettersi", la riforma si farà.

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