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Il Governo tentato dal cambio di passo: ecco il piano anti – debito del Pdl

È il Corsera ad anticipare il piano studiato dal Popolo della Libertà per abbattere il debito pubblico: vendita di immobili, tassazione delle attività finanziarie e una proposta choc firmata Brunetta.
A cura di Redazione
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Sono giorni cruciali per la riflessione del Governo sui provvedimenti da adottare per abbattere il debito pubblico e per reimpostare il modello di tassazione sugli immobili. A far ritornare di attualità il tentativo di abbattere il debito è stato il gruppo del Popolo della Libertà che, durante la riunione della cabina di regia, ha cercato di convincere Saccomanni e Letta della necessità di impostare una serie di provvedimenti in grado di abbattere almeno 400 miliardi di euro di debito. Come raconta il Corsera, del resto, "il Pdl si è portato avanti, nel senso che il suo piano lo ha messo nero su bianco già in campagna elettorale attraverso il lavoro di una commissione del partito, coordinata dallo stesso Brunetta, che si è avvalsa della collaborazione di economisti del calibro di Paolo Savona, Francesco Forte, Rainer Masera e altri. Per gli uomini di Silvio Berlusconi bisogna ripartire da lì, anche se c'è la consapevolezza che non si tratta dell'unica proposta in campo e che dunque sarà necessario confrontarsi".

Stando a quanto anticipato da Brunetta, e soprattutto in previsione dell'entrata in vigore del Fiscal Compact che dal 2015 costerà all'Italia manovre annuali per diminuire il debito pubblico di 3 punti di Pil, si potrebbe arrivare a quota 400 miliardi grazie alla vendita di beni pubblici (in 5 anni le stime più ottimistiche parlano di un introito complessivo di circa 100 miliardi), alla "costituzione e cessione di società per le concessioni demaniali" che dovrebbe fruttare circa 50 miliardi, alla tassazione delle attività finanziarie in Svizzera e ad altre attività collaterali. Ma soprattutto, la metà dei soldi arriverebbe direttamente dal "piano Brunetta", così riassunto dal quotidiano di via Solferino: "Verrebbe individuata una porzione di beni patrimoniali e diritti dello Stato, a livello centrale e periferico, disponibili e non strategici, e venduta a una società di diritto privato di nuova costituzione partecipata principalmente da banche, assicurazioni, fondazioni bancarie ed altri soggetti . La società emetterebbe obbligazioni a 15-20 anni garantite dai beni […] alla scadenza dei singoli lotti del prestito obbligazionario, ovvero anche prima a scadenze predeterminate, il soggetto che avrebbe proceduto all'acquisto di opzioni (warrant) avrebbe diritto all'acquisto dei beni e diritti costituenti il lotto di riferimento ed il prezzo per tale acquisto sarebbe utilizzato per il rimborso delle obbligazioni. Alla fine dei 5 anni il servizio sul debito si dimezzerebbe, scendendo a 35-40 miliardi l'anno".

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