Il governo sta valutando un decreto apposito per il Superbonus: le ipotesi in campo
Che il governo non avesse alcuna intenzione di inserire una proroga per il Superbonus nella Manovra, non è una novità. Nonostante il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, avesse più volte sottolineato come la misura fosse arrivata a un punto di arrivo, Forza Italia – dall'interno della maggioranza – aveva continuato a insistere perché si trovasse una soluzione che permettesse di completare i lavori in corso, evitando così possibili contenziosi per circa 30 mila condomini. Inizialmente si era pensato all'inserimento di una voce nel decreto Milleproroghe, oggi sul tavolo del governo a Palazzo Chigi, ma nelle ultime bozze non c'è traccia del Superbonus. Si fa sempre più largo l'ipotesi di un provvedimento specifico, ad hoc per una soluzione sull'incentivo edilizio.
"Stiamo lavorando per una soluzione positiva del Superbonus, che tuteli le imprese ed eviti ai cittadini il rischio di dover restituire allo Stato soldi per i lavori non conclusi. Forse già nel prossimo Consiglio dei ministri si potrebbe arrivare ad una soluzione con un provvedimento autonomo", ha suggerito in un'intervista al Giornale il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani.
Dopo settimane di pressing, anche Giancarlo Giorgetti, nella sua audizione a Montecitorio, sembra propendere per l'ipotesi di un provvedimento specifico. Il ministro ha aperto a una possibile soluzione in Cdm, pur definendo la misura "un'allucinazione" e mettendo in chiaro: "Io ho i dati sul Superbonus, i dati degli ultimi mesi vanno addirittura peggio di quelli previsti nella NaDef. Poi il Parlamento deciderà. Come ministro delle Finanze so qual è il limite che posso fare e che proporrò al Consiglio dei ministri, oltre il quale non si può andare, perché questa è la realtà dei numeri in cui una norma fatta in un momento eccezionale ha degli effetti radioattivi che non riusciamo a gestire".
Fratelli d'Italia avrebbe pensato alla via del Sal (stato avanzamento lavori) straordinario come compromesso: cioè certificare lo stato di avanzamento dei lavori al 31 dicembre e applicare su tutto quanto fatto la detrazione al 110%. Una misura che chiaramente ha un costo, ma che permetterebbe di scaricarlo sui bilanci del 2023 senza andare a intaccare quelli del prossimo anno.