Il governo si è impegnato a reintrodurre le gabbie salariali e dare più soldi ai professori al Nord
La Lega ci riprova e stavolta, forse, ci riesce. Il governo si è impegnato a valutare la reintroduzione delle gabbie salariali, dando un primo via libera – seppur a un ordine del giorno – a una proposta che il partito di Matteo Salvini porta avanti da tempo. Con il via libera del sottosegretario Durigon, sempre della Lega, che ha espresso il parere favorevole del governo, la Camera ha poi votato l'odg, approvandolo nella perplessità generale degli altri partiti di maggioranza, che non avevano concordato una linea sulla proposta di legge della Lega. Ora l'esecutivo è impegnato a prendere dei provvedimenti in merito, anche se un ordine del giorno non ha particolare valore a livello legislativo.
Nel testo dell'odg, presentato al termine della discussione in Aula, si legge che "il disegno di legge in esame – la delega al governo sull'ormai ex salario minimo – si propone l'obiettivo di incentivare la contrattazione di 2° livello, tenendo conto delle diversificate necessità derivanti dalle differenze del costo della vita su base territoriale". Ritenuto che "il tema del costo della vita e delle retribuzioni adeguate è principalmente sentito nel settore del pubblico impiego, laddove lo stipendio unico nazionale può comportare disuguaglianze sociali su base territoriale, creando discriminazioni di reddito effettivo" e valutato che "sarebbe auspicabile per alcuni settori, come ad esempio nel mondo della scuola, un'evoluzione della contrattazione che da una retribuzione uguale per tutti passi a garantire un pari potere d'acquisto per tutti, ipotizzando una base economica e giuridica uguale per tutti, cui aggiungere una quota variabile di reddito temporaneo correlato al luogo di attività".
Perciò si impegna il governo a "proseguire nello sforzo di garantire retribuzioni proporzionate e sufficienti, valutando l'opportunità di prevedere con apposito provvedimento un intervento sulla contrattazione del pubblico impiego nella direzione esplicitata in premessa". Passare da stipendi uguali per tutti a potere d'acquisto uguale per tutti, tradotto, significa reintrodurre le gabbie salariali.
L'attacco del Movimento 5 Stelle: "Follia di Lega e Meloni"
"Lega e Meloni rifilano l'ennesimo schiaffo alla scuola pubblica e al Sud – commentano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura – dopo il ridimensionamento della rete scolastica e le autonomie. Se davvero Giorgia Meloni seguirà la Lega in questa follia, ci troverà dentro e fuori il Parlamento a difesa della dignità dei docenti italiani e dell'unità del sistema scolastico nazionale. La Scuola ha bisogno non di stipendi differenziati ma di stipendi più alti per tutti i prof, per portare l'Italia almeno al livello degli altri Stati europei". La deputata Anna Laura Orrico attacca: "Ma i parlamentari meridionali e del centro di Fratelli d'Italia e di Forza Italia sono d'accordo con i loro alleati leghisti? E gli stessi leghisti eletti al Sud, cosa pensano di uno come Rossano Sasso che sottoscrive una simile ‘porcheria' (cit.) nonostante sia egli stesso di una Regione del Mezzogiorno? FdI e FI si stanno rendendo complici della Lega nell'ennesimo enorme tradimento nei confronti del Sud Italia".