Il governo prepara le nuove linee guida sulla fecondazione assistita: cosa cambia per le donne
Il ministero della Salute è in procinto di varare nuove linee guida sulla Pma, ovvero la procreazione medicalmente assistita regolata dalla legge 40 del 2004. Lo fa con nove anni di ritardo, poiché le linee guida andrebbero aggiornate ogni tre anni, ma l'ultima modifica risale al 2015 (la ministra della Salute allora era Beatrice Lorenzin). Il decreto sarà presto inserito in Gazzetta ufficiale: "Scopo delle presenti linee guida – si legge nel testo – è quello di fornire chiare indicazioni agli operatori delle strutture autorizzate all’applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita affinché sia assicurato il pieno rispetto di quanto dettato dalla legge".
La legge sulla Pma ha da poco compiuto vent'anni ed è stata più volte modificata, perlopiù sulla base di interventi della Corte costituzionale o di sentenze di tribunale, che lamentavano violazioni del diritto alla salute delle donne. Nelle nuove linee guida vengono infatti integrati gli aggiornamenti richiesti dalla comunità europea (con una direttiva del 2004) e da diversi pronunciamenti della Consulta. La modifica delle linee guida è solo un primo passo: per revisionare la legge 40, servirà infatti il successivo parere dell’Istituto superiore della sanità e, infine, quello del Consiglio superiore di sanità.
Sparisce la revoca del consenso
La novità principale riguarda l'applicazione della sentenza della Corte costituzionale 161 del 2003, in base alla quale si esclude la possibilità di revocare il consenso alla Pma dopo l'impianto dell'ovulo in qualsiasi caso. E quindi nemmeno nei casi in cui il compagno sia deceduto o semplicemente ci ripensi, oppure se la relazione si sia interrotta. Un'altra svolta riguarda l'apertura alla selezione degli embrioni, che permetterebbe di evitare la nascita di bambini affetti da gravi malattie genetiche.
Le nuove linee guida, poi, recepiscono la direttiva europea sulla necessità di includere anche le indicazioni tecniche per “la donazione, l’approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani". Inoltre, come richiesto dalla Corte costituzionale, si legittima la procreazione assistita anche delle “coppie fertili portatrici di malattie genetiche trasmissibili”.
Via libera a fecondazione eterologa e congelamento degli embrioni
Nel 2014 la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa, quindi di avere figli grazie alla donazione di gameti esterni. Le nuove linee guida rimuoveranno anche questo divieto. Resta il fatto che la tecnica della procreazione medicalmente assistita in Italia è possibile ancora oggi solo per le coppie eterosessuali, sposate o conviventi: per i single e le coppie omosessuali l'unica opzione è quella di andare all’estero. Un altro limite riguarda l'approvvigionamento dei gameti, perché ci sono pochi donatori.
Un'altra novità imposta dalla Corte costituzionale e assorbita nelle nuove linee guida è lo stop al limite di impiantare al massimo tre embrioni. La stessa sentenza della Consulta del 2009 prevedeva che non fosse più obbligatorio impiantare questi tre embrioni contemporaneamente, una tecnica considerata potenzialmente pericolosa e foriera di gravidanze multiple. Di conseguenza, gli embrioni non impiantati potranno essere congelati e conservati: un altro divieto fatto cadere dalla Corte costituzionale. Secondo la Consulta deve essere permesso, così che oggi una donna può pianificare una gravidanza per il futuro e avere la possibilità di usare gli embrioni che aveva scelto di congelare.