Il governo prepara la riforma fiscale, Leo: “In Cdm entro metà marzo”
Il governo sta preparando la riforma fiscale tanto annunciata in campagna elettorale. Ora che è chiusa la partita della legge di Bilancio, in cui è stata spianata la strada per delle modifiche più strutturali, il viceministro dell'Economia ha fatto sapere che una riforma fiscale arriverà in Consiglio dei ministri entro la prima metà di marzo. "Visto che abbiamo completato il ciclo della legge di Bilancio adesso dobbiamo soffermarci sulla riforma fiscale che intendiamo portare in Consiglio dei ministri entro la prima quindicina di marzo", ha detto Maurizio Leo.
La riforma, ha spiegato il numero due al Mef, toccherà sia l'ambito delle imposte, "sia gli aspetti che riguardano l’accertamento, la riscossione e il contenzioso". Insomma, sarà "una riforma a 360 gradi" che dovrà essere approvata prima in sede di Consiglio dei ministri e poi affidata al Parlamento.
Oggi, in un'intervista pubblicata su La Stampa, Leo ha aggiunto: "Stiamo lavorando a una riforma complessiva del sistema fiscale. Un disegno di legge delega che entro poche settimane sarà presentato in Consiglio dei ministri. L'obiettivo, in aggiunta a quello principale della riduzione del prelievo, resta la semplificazione dell'imposta personale, anche attraverso una razionalizzazione delle tax expenditures".
Secondo Leo ci sarebbero "storture evidenti sulle quali intervenire", principalmente puntando appunto a una semplificazione. Il viceministro dell'Economia è poi tornato a rispondere su alcune accuse rivolte alle misure fiscali del centrodestra: "La tregua fiscale, proposta dal governo e approvata dal Parlamento, non è un condono. Va colpita la frode, non chi omette un versamento magari per ragioni di necessità, e l'evasione va combattuta prima che si realizzi. L'operazione che stiamo facendo serve a consentire di non rincorrere inutilmente chi non pagherà mai, per concentrare l'attività dove il recupero è ancora possibile".
Leo ha anche parlato di come il governo sta pensando di rimodulare le sanzioni tributarie: "Deve essere garantita la loro proporzionalità rispetto alle violazioni. Errori e imprecisioni non possono essere trattati come vengono trattati i comportamenti fraudolenti e le "sviste reiterate". E anche sul versante del penal-tributario, crediamo sia urgente una nuova definizione del quadro sistematico e anche del quadro culturale di riferimento. Ovviamente sono scelte che andranno condivise all'interno del governo".