Il governo pensa alla riforma degli enti locali, cosa cambierebbe per i Comuni
Il governo starebbe pensando di riaprire i lavori della riforma degli enti locali, per garantire più autonomia ai Comuni da un lato, ma imporre un controllo più severo a quelli in dissesto dall'altro. È quanto riportano le agenzie di stampa, secondo cui tra i piani di Palazzo Chigi ci sarebbe anche la volontà di concedere alla Capitale uno status speciale.
Nel Consiglio dei ministri di questa settimana, che dovrebbe essere l'ultimo prima della pausa estiva, arriverà una legge delega per il riordino della normativa sugli enti locali. Alcuni anni fa, come ricorda Montecitorio, si è insediato un gruppo di studio per la modifica dell'ordinamento degli enti sociali. E a questo sono seguiti dei tentativi di riforma già durante la scorsa legislatura: "Sono state apportate altre modifiche alla disciplina degli enti locali. In particolare, la legge di bilancio 2022 ha previsto l'incremento dell'indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni delle regioni a statuto ordinario", si legge.
Ora il governo sta pensando a come riaprire i lavori per la riforma. E lo fa in un momento in cui i Comuni in particolare chiedono di non essere commissariati sui lavori per il Pnrr. Tra i punti allo studio del governo c'è anche proprio quello di concedere più autonomia alle amministrazioni locali. Il tutto mentre la maggioranza è anche al lavoro sull'autonomia differenziata. Alcune delle funzioni che i Comuni acquisirebbero potrebbero essere delegate da parte delle Regioni, ma nulla è stato ancora deciso.
L'Anci, per ora, secondo quanto riporta il Messaggero, ha solo fatto sapere di non aver ricevuto alcuna comunicazione riguardo alla riforma o al testo che verrà discusso in Cdm.