Il governo non sta pensando all’obbligo vaccinale per gli insegnanti (per ora)
Si torna a discutere di obbligo vaccinale, mentre la variante Delta continua a circolare sempre più rapidamente e si diffonde giorno dopo giorno in tutti i Paesi europei. La campagna di vaccinazione prosegue, tanto che dalla struttura commissariale continuano a parlare con ottimismo anche alla luce del leggero taglio di dosi che verranno consegnate a luglio rispetto a giugno. Insomma, mantenere il mezzo milione di somministrazioni al giorno non sarà un problema, dice il generale Figliuolo. Lo stesso commissario straordinario però continua a ripetere che c'è il problema degli over 60, sui quali la battuta d'arresto dura da inizio giugno, e ora anche quello degli insegnanti che ancora non si sono vaccinati.
Nelle ultime ore, in cui si sta riflettendo di nuovo di un obbligo vaccinale più diffuso e non limitato solo al personale sanitario, si è cominciato a parlare anche degli insegnati, proprio per i limiti evidenziati da Figliuolo. A smentire tutto, però, è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: "Al momento l'ipotesi di estendere l'obbligo vaccinale al personale scolastico non è sul tavolo perché non abbiamo ancora numeri certi che ci permettono di identificare l'entità del problema", ha spiegato intervenendo a Cusano Tv. "Qualora ci dovesse essere una problematica rilevante sotto questo aspetto è una delle riflessioni che certamente dovremmo fare".
La riapertura delle scuole si avvicina, così si comincia a pensare alle regole per settembre: "Le scuole possono e devono diventare luoghi sicuri – ha continuato Costa – Di fronte a studenti vaccinati, non solo la scuola in presenza ma credo che si possa anche valutare l'ipotesi di non tenere più la mascherina durante le lezioni in classe con il distanziamento". Secondo il sottosegretario alla Salute "quello di ricominciare la scuola in presenza deve essere un obiettivo primario del governo". Anche il presidente del Consiglio Draghi "durante il suo insediamento ha messo in evidenza con forza questa necessità". Secondo Costa "le condizioni per poterlo fare ci sono", ma "dobbiamo incrementare la comunicazione cercando di aumentare il rapporto di fiducia nella consapevolezza che il ritorno a scuola in presenza dipenderà molto anche da quanto i nostri ragazzi si vaccineranno".