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Opinioni

Il Governo non sa se il ban di Trump colpirà anche gli italiani col doppio passaporto

A 48 ore dal provvedimento che impedisce l’ingresso negli USA a chi viaggia con passaporto dei 7 paesi musulmani bloccati da Trump, ancora il nostro governo non sa dirci se i cittadini italiani saranno colpiti dal blocco.
A cura di Michele Azzu
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Dopo ormai due giorni dal blocco dei visti voluto dal Presidente americano Trump – in cui chi viaggia con passaporto di Yemen, Iraq, Iran, Libia, Siria, Sudan e Somalia si è trovato improvvisamente ad essere trattenuto negli aeroporti americani – ancora il governo italiano non sa dirci se esistono problemi per i cittadini del nostro paese.

Il provvedimento di Trump noto come “Muslim ban”, e cioè il bando dei musulmani, infatti, colpisce anche i possessori di Green Card (il permesso di soggiorno americano), così come i detentori di doppio passaporto: da uno dei 7 paesi in questione e un altro paese che non sia gli USA. Quindi anche Francia, Germania, Italia.

Il problema è stato evidenziato inizialmente su twitter da Tamer El-Ghobashy, corrispondente per il Medio Oriente dell’americano Wall Street Journal, che ha riportato in anteprima un estratto dal documento del Dipartimento di Stato americano che diceva: “I viaggiatori che hanno nazionalità o doppia nazionalità da uno di questi paesi non saranno ammessi per 90 giorni negli Stati Uniti”.

In seguito sono emerse dalle agenzie estere e sui social media diverse vicende di cittadini di altri paesi che avendo un doppio passaporto da uno dei paesi colpiti dal provvedimento di Trump hanno subito disagi o si sono trovati nell'impossibilità di effettuare il passaggio dagli aeroporti americani.

È quanto è successo, ad esempio, a Hamaseh Tayari, veterinaria iraniana con passaporto italiano, che ha studiato a Firenze e ora vive e lavora a Glasgow, in Scozia. In viaggio in Costa Rica, Hamaseh non ha potuto prendere il volo di ritorno con scalo all’aeroporto JFK di New York, e ha dovuto comprare nuovi biglietti aerei con scalo a Madrid, spendendo 2.600 dollari (che sono stati poi fortunatamente raccolti grazie a una campagna online).

Le diplomazie e gli uffici degli esteri internazionali sono piombati nel caos. Angela Merkel ha detto: "Stiamo esaminando le conseguenze che queste misure avranno sui cittadini tedeschi con la doppia cittadinanza e rappresenteremo i loro interessi con gli americani". Il governo britannico, invece, ha riferito ai media che al momento non ci sono casi di cittadini britannici in stato di fermo negli aeroporti americani, ma il ministro degli esteri Boris Johnson ha affermato: "Proteggeremo i diritti dei cittadini britannici all'estero".

In Italia, purtroppo, a 48 ore dal provvedimento ancora non riusciamo a capire se governo e Ministero degli Esteri si stiano occupando della situazione (Fanpage.it non ha ricevuto risposta dal ministero). C’è stato il tweet del premier Gentiloni sulla: "società aperta, l'identità plurale, nessuna discriminazione" dell’Italia, un messaggio talmente vago che è stato praticamente ignorato dalle rassegne stampa estere. Il ministro degli esteri Alfano, tace.

Il ministro dell'Interno Marco Minniti, ha affermato che: “L’equazione immigrazione = terrorismo è sbagliata e inaccettabile”. Al momento, però, manca un qualsiasi riferimento da parte del Ministero degli Esteri riguardo eventuali problemi per i cittadini italiani con doppio passaporto, o per coloro che sono nati in uno dei 7 paesi colpiti dal “muslim ban” di Trump.

Sui siti istituzionali manca anche solo un necessario avviso che avverta queste persone che potrebbero esserci problemi, magari consigliando prudenza in caso di viaggio negli USA. “Non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione al momento”, spiega a Fanpage.it L’UCOII, l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche italiane. Il suo direttore, Izzedn Elzir, ci riferisce che: “Stiamo riflettendo su come procedere a livello istituzionale”. Fanpage.it ha contattato il Ministero degli Esteri e il deputato del PD Khalid Chaouki, membro della Commissione Affari Esteri, e da entrambi non ha avuto risposta.

Habiba Manaa, vice segretaria del Co-Mai, la Comunità del Mondo Arabo in Italia, associazione molto attiva per le attività di solidarietà fra religioni, spiega a Fanpage.it: “Sono molto preoccupata perché mi sembra che in Italia si stia facendo poco da questo punto di vista”. Manaa, che è coordinatrice della commissione giovani, spiega che essendo un’italiana di seconda generazione: “Mi preoccupano i sostenitori di Trump in Italia come Salvini”.

La paura, infatti, per tanti musulmani, è che con la crescita delle destre e dei nazionalisti in Europa, in futuro si possa pensare di applicare blocchi dei visti simili a quello voluto da Trump anche nei nostri paesi. E poi: “Potrebbero aggiungere altri paesi al blocco dei visti, come l’Egitto, come accadde nel 2011 dopo l’attentato alle Torri Gemelle”, spiega Manaa.

Nel frattempo, sono tanti i cittadini europei ad avere paura. Quelli di fede musulmana, quelli nati in uno dei 7 paesi messi al bando da Trump, quelli con doppia cittadinanza e doppio passaporto. Sono già diversi gli attori e i registi arabi che non si recheranno negli USA per partecipare alla cerimonia degli Oscar. E c’è il campione olimpico britannico Mo Farah, medaglia d’oro recentemente insignito del titolo di baronetto dalla Regina, che in un messaggio diventato virale su Facebook ha spiegato: “Ho paura di dire ai miei figli che non potrò tornare a casa in America”.

Nelle ultime ore il Dipartimento di Stato americano ha lasciato intendere che il blocco dei visti non dovrebbe colpire chi è in possesso di Green Card americana o di doppia cittadinanza di un altro paese. Purtroppo, però, il documento originale rilasciato dal Dipartimento di Stato USA non lascia spazio a dubbi: almeno inizialmente i possessori di doppio passaporto sono stati inclusi nel provvedimento.

Il Foreign Office americano sostiene ora che i possessori di doppia cittadinanza potrebbero avere qualche controllo in più, ma nessun problema. La International Transport Air Association ha comunicato alle proprie linee aeree che i cittadini con doppia cittadinanza non dovrebbero avere problemi. Eppure questo contravviene quanto sostenuto, e messo per iscritto, inizialmente dal provvedimento. Anche se ora non fosse più così, la confusione regna sovrana e il margine di discrezionalità, ed errore, fra le forze di frontiera americane, è incredibilmente ampio.

Per questa ragione l’ambasciata degli USA nel Regno Unito, ad esempio, ha comunicato ai cittadini con doppia nazionalità di evitare viaggi negli Stati Uniti nei prossimi giorni. E perfino aziende come Google, hanno suggerito ai propri dipendenti – fra cui tantissimi sono quelli provenienti dai 7 paesi in questione – di non muoversi dagli Stati Uniti temporaneamente.

“Ci sono evidenze del fatto che l’amministrazione Trump sta inventando parti del provvedimento mano a mano che le cose vanno avanti”, spiega su twitter Tamer El-Ghobashym, che per primo ha fatto luce su questo problema. “Il Muslim Ban di Trump è molto più ampio di quanto inizialmente si fosse pensato”, spiega il giornalista americano.

Nel frattempo, in Italia, non abbiamo ancora nessuna assicurazione per la tutela dei nostri cittadini con doppio passaporto. I messaggi che sono arrivati dal nostro governo e dal ministero sono stati vaghi e molto timidi. Mancano avvisi sui siti istituzionali che avvertano le persone di evitare viaggi negli USA nei prossimi giorni. Eppure su questo stanno lavorando gli uffici esteri dei nostri partner europei.

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Michele Azzu è un giornalista freelance che si occupa principalmente di lavoro, società e cultura. Scrive per L'Espresso e Fanpage.it. Ha collaborato per il Guardian. Nel 2010 ha fondato, assieme a Marco Nurra, il sito L'isola dei cassintegrati di cui è direttore. Nel 2011 ha vinto il premio di Google "Eretici Digitali" al Festival Internazionale del Giornalismo, nel 2012 il "Premio dello Zuccherificio" per il giornalismo d'inchiesta. Ha pubblicato Asinara Revolution (Bompiani, 2011), scritto insieme a Marco Nurra.
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