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Il governo non cambia idea sul Superbonus: no a tutti gli emendamenti

Il decreto sul Superbonus, atteso in Aula il prossimo 29 gennaio, è blindato: il ministero dell’Economia ha detto no a tutti gli emendamenti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nessuna possibilità di modificare il decreto sul Superbonus, atteso in Aula il 29 gennaio. Nonostante gli appelli delle associazioni e le richieste dell'opposizione e della stessa maggioranza, non sono previste proroghe per la misura.

Il decreto legge sul Superbonus, varato dal governo per venire incontro alle esigenze delle famiglie a basso reddito con lavori di efficientamento energetico ancora in corso, non può accogliere altri interventi: è blindato per mancanza di ulteriori risorse da mettere a disposizione. La decisione sarebbe stata comunicata dal Mef durante l'incontro tra maggioranza e governo che si è svolto oggi, prima dell'inizio delle votazioni sugli emendamenti in Commissione finanze alla Camera.

Il ministero dell'economia, guidato dal leghista Giorgetti, ha espresso parere contrario su tutte le proposte di modifica e a questo punto la maggioranza si è vista costretta a ritirare i propri emendamenti. Domani proseguiranno le votazioni sugli emendamenti rimasti, che saranno tutti bocciati, e si darà il mandato al relatore.

Il relatore al decreto, Guerino Testa (Fd), ha chiesto ai sottosegretari all'Economia, Federico Freni e Lucia Albano, di "chiarire i costi che il Superbonus ha comportato, in particolare quanto era stato stanziato inizialmente e di quanto si è sforato. Dobbiamo dare risposte precise agli italiani e alle associazioni di categoria, che abbiamo ascoltato nelle audizioni e che hanno presentato le loro istanze".

L'Associazione nazionale costruttori edili aveva chiesto in audizione una chiusura ordinata del Superbonus 110%, per quei cantieri giunti ormai al traguardo, che necessitavano di due o tre mesi per essere completati. Ance aveva chiesto al governo una proroga due o tre mesi "per quei cantieri che fossero almeno oltre il secondo Sal, quindi oltre il 60% dei lavori eseguiti", una soluzione che secondo le stime dell'associazione avrebbe potuto portare alla chiusura almeno di 20-25mila cantieri.

Secondo gli ultimi dati del monitoraggio dell'Enea, al 31 dicembre 2023, il 15% dei lavori nei condomini ammessi al Superbonus 110% doveva ancora essere ultimato. L'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) stima che a fronte di circa 10 miliardi di euro di lavori da terminare nei condomini, ci sarebbero 40mila cantieri condominiali ancora aperti, per un totale di circa 350mila famiglie coinvolte e un valore di contratti pari a 28 miliardi di euro.

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