Il governo Meloni vuole superare il numero chiuso alla facoltà di Medicina
Via il numero chiuso a Medicina, o meglio va superato. In che direzione non è ancora chiarissimo, ma il ministero dell'Università sta lavorando a una modifica strutturale dell'accesso programmato alla facoltà. La ministra Bernini ha istituito una commissione apposita – come conferma lei stessa in una lettera al Corriere della Sera – che servirà a fornire risposte al dicastero entro la prossima primavera. Si parla perciò di una riforma che entrerà eventualmente in vigore nei prossimi anni, mentre il prossimo test si svolgerà con il Tolc previsto dalla riforma dell'ex ministra Messa.
"Oggi, partendo dal nuovo fabbisogno effettivo di medici e sanitari, abbiamo la necessità di adeguare le capacità e l'offerta potenziale del sistema universitario – ha scritto Bernini nella lettera, per spiegare le motivazioni della riforma – È con questo approccio che abbiamo istituito al ministero dell'Università e della Ricerca un gruppo di lavoro con tutti gli attori in campo che definiscono il fabbisogno dei medici".
La ministra ha spiegato chiaramente: "Siamo partiti con un obiettivo, individuare un accesso sostenibile a Medicina. Che sia una risposta alla richiesta attuale di professionisti da parte del servizio sanitario e del mondo produttivo, compresa l'industria farmaceutica, biomedicale, delle scienze della vita e che al tempo stesso consideri la capacità di risposta dei nostri atenei". Un sistema della formazione "che sappia mantenere standard di efficienza elevati".
"Lo stesso deve valere per le scuole di specializzazione il cui ingresso va organizzato sul fabbisogno del Paese – ha annunciato la ministra Bernini – Con la collaborazione di tutti vogliamo, entro il primo trimestre di quest'anno, offrire una prima risposta per definire un programma di accesso alla facoltà di Medicina ragionato ed efficace". E ha concluso: "Siamo aperti al confronto, alla valutazione di ogni tipo di esperienza, comprese quelle estere, ad un dialogo costruttivo che ci faccia uscire dall'attuale immobilismo e ci proietti in un domani che abbia al centro la persona, la sua cura, ma anche la sua autodeterminazione".